“Troveremo i responsabili e li assicureremo alla giustizia». Tre ore dopo le due esplosioni che hanno causato tre morti alla maratona di Boston, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama parla agli americani. Ammettendo che, per ora, “non sappiamo chi è stato e perché, ma abbiamo messo in campo tutte le risorse”. E’ un discorso cauto, quello di Obama, in cui non si trova mai la parola ‘terrorismo’. Eppure è proprio quella la parola che viaggia nei pensieri delle persone. “Tutti gli americani sono al fianco della gente di Boston, oggi non ci sono democratici o repubblicani” ha continuato Obama. “Io e Michelle ci uniamo a tutta l’America nel piangere le vittime di Boston”.
Nel discorso più drammatico da quando è Presidente degli Stati Uniti, Obama usa prudenza. Sa bene che qualsiasi riferimento al terrore verrebbe collegato ad Al Qaida. E dato che le indagini sono solo all’inizio la sua prudenza è più che giustificata. Allo stato attuale nessuna ipotesi può essere scartata: non quella del fondamentalismo islamico, non quella dell’ultra destra americana, né quella del singolo folle.
Un piano studiato a tavolino. Di certo c’è che si tratta di un piano ben studiato: le due esplosioni a distanza di una manciata di secondi, il posizionamento delle bombe, seppur rudimentali, tra la gente sugli spalti, la consapevolezza che la deflagrazione sarebbe stata ripresa da centinaia di telefoni cellulari e da televisioni.
Secondola Fbisi tratta di un attentato terroristico, anche se non è chiara la matrice, se interna o straniera. “Prima della maratona di Boston non c’erano stati segnali o minacce di attentati” hanno precisato sia la polizia che l’Fbi, citate dal New York Times. Il sindaco di Boston Thomas Menino di fronte alle telecamere ha commentato: “È una tragedia”. Una condanna all’attentato arriva anche dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon: “È un atto ancora più orribile perché ha preso di mira un evento che unisce la gente”.
Lo spettro dell’11 settembre. Qualcuno fa notare che aprile è il mese del peggior attentato terroristico in territorio americano prima delle Torri Gemelle, la strage di Oklahoma City, compiuta da fanatici di estrema destra, e del massacro di Waco in Texas, quando le forze federali uccisero 82 seguaci di una setta arroccati in un edificio per 50 giorni. Ma è presto per azzardare ipotesi. Di sicuro c’è che qualcuno voleva far ripiombare l’America nel terrore, facendo rialeggiare l’incubo dell’11 settembre. E ci è riuscito.