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HomePolitica Referendum verso il rinvio: si potrebbe votare a maggio insieme a regioni e comuni

Referendum verso il rinvio
voto forse a maggio
insieme a regioni e comuni

Meloni: "Votiamo, poi il governo a casa"

D’Incà: "Una risposta entro oggi"

di Tommaso Coluzzi05 Marzo 2020
05 Marzo 2020

Tra i temi più discussi prima dell’esplosione dell’emergenza Coronavirus c’era quello del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Una legge controversa di cui si parla da tempo e che, ultimamente, sembra sparita dal dibattito politico. La riforma, se confermata dal voto popolare, taglierebbe quasi 400 scranni tra deputati e senatori. Il voto è previsto per il 29 marzo ma in molti hanno sollevato dubbi sulla data, scelta prima dell’emergenza. Secondo diversi attivisti non sarebbe possibile condurre una campagna referendaria sufficiente, ma soprattutto domina l’incertezza dovuta al Covid-19.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha annunciato una risposta dal governo entro oggi. In queste ore si discute della possibilità di accorpare il referendum alle elezioni regionali o amministrative di fine maggio, considerando che si voterà in più di 1.000 comuni e in sette regioni. Per rimandare il voto servirebbe un decreto del Presidente della Repubblica, ma dal Quirinale si ritiene che la decisione spetti al governo, con Sergio Mattarella che agirà di conseguenza.

“In assenza di dibattiti, dopo due anni di informazione unilaterale a favore della riduzione dei parlamentari – scrivono dal partito Radicale – il risultato è già compromesso e risulta irrilevante quando si terrà il voto”. Poi attaccano Giorgia Meloni, che si è schierata apertamente contro un rinvio. La leader di Fratelli d’Italia si è detta preoccupata che il “tema sanitario sia sfruttato per scopi politici”, spiegando che “una volta votato il referendum si potrà mandare a casa il governo”.

Anche i comitati “noiNo” protestano per il poco rilievo dedicato al tema: “La campagna referendaria risulta falsata, chiediamo maggiore spazio nell’informazione radiotelevisiva”. Allo stato delle cose “i cittadini italiani non possono votare consapevolmente”, concludono. Mentre per Azione di Carlo Calenda il taglio dei parlamentari è “un attacco populista alla democrazia rappresentativa”.

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