Per il ministero della Difesa russo la Turchia ha violato la legge internazionale schierando una divisione armata nella zona di Idlib, in Siria, e accusa: “Nessuno in Occidente sembra rendersi conto delle azioni di Ankara” che – secondo l’agenzia di stampa russa Interfax – ha predisposto un dispiegamento di forze pari a 14.000 militari, 250 carri armati e altre 300 unità corazzate. Le roccaforti dei terroristi e i posti di osservazione turchi dispiegati nell’ambito dell’accordo di Sochi si sarebbero addirittura fusi insieme.
Lo scontro fra l’esercito di Ankara e le forze governative appoggiate dalla Russia continua, proprio alla vigilia del cruciale incontro a Mosca tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin. Il turco, proprio in vista di questo vertice ha affermato: “La Turchia spera di “ottenere un cessate il fuoco il più rapidamente possibile”. Il Cremlino invece si aspetta che i due raggiungano un punto d’intesa comune sulle ragioni che stanno alla base della crisi di Idlib, in Siria. Sale a 39 il numero dei soldati turchi uccisi nell’ultima settimana nella regione nordoccidentale della Siria.
Forte la preoccupazione dell’Onu che ha definito la situazione “la più grande crisi di oggi nel mondo”: solo ieri un nuovo massacro di civili, con 9 persone uccise, fra cui 5 bambini. Nel frattempo continua l’emergenza umanitaria: un milione e mezzo di civili sono stati sfollati solo negli ultimi tre mesi nel nord-ovest della Siria. Il 60% di questi sono bambini e il 20% sono donne. Al via infine la seconda giornata di colloqui ad Ankara, con l’incontro fra l’Alto rappresentante Ue Joseph Borrell Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente turco Erdogan.