283 contagiati, fra cui sette vittime e un caso di guarigione. Il bilancio del contagio da Coronavirus nel nostro Paese lo traccia stamane a mezzogiorno il commissario straordinario Angelo Borrelli. Nemmeno un’ora prima, il numero di contagi era di 270. Sono due finora i nuclei di contagio identificati: Codogno, nel lodigiano, e Vo’ Euganeo, in provincia di Padova. Lombardia e Veneto hanno il primato dei contagi: la prima regione con oltre 200, mentre nella seconda se ne registrano una quarantina.
Lo stesso Borrelli ha confermato due casi in Toscana e il caso di Palermo. Gli altri colpiti dal coronavirus si trovano in Emilia Romagna (19), in Piemonte (tre) e in Lazio (tre).
La situazione, provincia per provincia
In totale sono 20 le province che registrano casi di coronavirus, secondo i dati della Protezione civile. In dettaglio, in Lombardia, Lodi (101 casi), Cremona (39), Pavia (17), Bergamo (14), Milano (3), Monza Brianza (2), Sondrio (1); in Veneto, Padova (30), Venezia (7), Treviso (1); in Emilia Romagna, Piacenza (17), Parma (4), Modena (1), Rimini (1); in Piemonte, Torino (3); in Toscana, Firenze (1), Pistoia (1); in Trentino Alto Adige, Bolzano (1); in Sicilia, Palermo (1); nel Lazio, Roma (3). In Lombardia ci sono 35 casi positivi in fase di ospedalizzazione o isolamento.
Mille in quarantena a Tenerife
Mille persone si trovano in quarantena nell’hotel H10 Costa Adejie Palace, sull’isola di Tenerife, in Spagna, dove aveva alloggiato con la moglie il medico italiano risultato positivo al test del coronavirus. Militari e forze dell’ordine impediscono alle persone presenti nell’hotel di uscire, così come al personale esterno di entrare nel complesso turistico. il presidente delle Canarie Angel Victor Torres ha scritto su Twitter: “In serata è stato attivato il protocollo per un sospetto caso di coronavirus di un cittadino italiano nel sud di Tenerife. Dopo i primi test alle Isole Canarie, il risultato è positivo. Il paziente è in isolamento”.
Il volo dalle Mauritius
È atterrato alle 00:41 all’aeroporto di Fiumicino il volo Alitalia proveniente da Port Louis, nelle Mauritius, con a bordo anche i 40 italiani provenienti da Lombardia e Veneto non sbarcati nell’isola e che hanno deciso di tornare in Italia, a seguito alle disposizioni delle autorità locali per una messa in quarantena. Su richiesta degli stessi 40, in costante coordinamento con l’unità di crisi della Farnesina, Alitalia si è subito attivata e ha predisposto il loro rientro immediato, nonostante “nessuno abbia dichiarato sintomi di qualsivoglia malessere”, aveva comunicato oggi la compagnia. Dopo lo sbarco, le persone impossibilitate a raggiungere subito con mezzi propri le destinazioni d’origine sono state assistite da personale Alitalia e pernotteranno in due alberghi di Fiumicino, in attesa di essere smistati oggi sui primi voli disponibili.
“Siamo sfiniti. Siamo stati circa 30 ore in tutto sull’aereo. Non vediamo l’ora di tornare a casa e ho bisogno di andare a dormire. È stata una brutta avventura. Non è stato giusto quello che ci è accaduto”. È la testimonianza all’aeroporto di Fiumicino di un’italiana, originaria di Treviso.
Le precauzioni della Gran Bretagna
La Gran Bretagna impone da oggi “l’auto-isolamento” per 14 giorni a scopo precauzionale a tutti coloro che arrivano dal nord Italia (a nord di Pisa, Firenze e Rimini) e presentino sintomi ‘anche leggeri’ d’un potenziale contagio da coronavirus. Intanto fonti del Parlamento Ue sottolineano che la circolare sul Coronavirus, messa dalla Direzione Generale del personale nella quale si chiede ai membri dello staff che negli ultimi 14 giorni hanno viaggiato nelle zone colpite dal Coronavirus, tra cui anche il nord Italia, di restare a casa per 14 giorni, è rivolta a tutti i dipendenti del Parlamento (quindi a tutti gli appartenenti alle 27 nazionalità dell’Ue). Le stesse fonti precisano che non c’è nessun tipo di discriminazione verso gli italiani.
La paura degli aeroporti esteri
Il Kuwait ha sospeso tutti i voli da e per l’Italia, la Corea del Sud e la Thailandia, a causa del diffondersi dell’epidemia di coronavirus in questi tre paesi. Lo rende noto l’agenzia Kuna. È il primo paese a far scattare un provvedimento del genere contro l’Italia. Tutti gli stranieri che hanno visitato questi paesi nelle ultime due settimane non potranno entrare in Kuwait. E non verranno emessi nuovi visti. Per i kuwaitiani di rientro sarà necessaria una quarantena.
“Per gli arrivi dall’Italia da mezzanotte riserviamo un gate dedicato con screening mirato e misure igieniche aumentate. Secondo le nostre informazioni, siamo il primo aeroporto al mondo ad adottare tali misure sugli arrivi dall’Italia”: è quanto si legge sul profilo Twitter ufficiale dell’aeroporto di Praga.
La compagnia nazionale bulgara, la Bulgarian Air, ha sospeso tutti i suoi voli da e per Milano fino al 27 marzo: lo ha annunciato la stessa società attribuendo la decisione all’aumento dei casi di coronavirus nel nostro Paese. Tutti i passeggeri dei voli cancellati possono chiedere il rimborso completo dei biglietti o cambiare la data del viaggio senza costi aggiuntivi, si legge in una nota della compagnia aerea.
La circolare del Parlamento europeo
Il Parlamento europeo raccomanda una serie di misure di precauzione ai funzionari che abbiano viaggiato negli ultimi 14 giorni nelle aree colpite da coronavirus, comprese le regioni del Nord Italia, dove si sono sviluppati i focolai della malattia. In particolare, la circolare interna, rivolta ai funzionari “in attesa di un aggiornamento ufficiale del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”, chiede a chi negli ultimi 14 giorni abbia viaggiato in Cina (Cina continentale, Hong Kong, Macao), Singapore, Corea del Sud e Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto) di osservare alcune precauzioni a cominciare da 14 giorni di autoisolamento, che vanno fatti anche se si sta bene e non si sono avuti (né si sospetti di aver avuto) contatti con una persona contagiata.
Nel dettaglio, a chi non ha sintomi e non ha avuto contatti con contagiati, la circolare consiglia di “rimanere a casa in isolamento e non venire al Parlamento europeo (neanche al servizio medico)”, facendo domanda per il telelavoro (oppure, “se il tuo lavoro non ti consente di fare il telelavoro”, di contattare il capo unità per telefono o e-mail per concordare le possibili attività da svolgere da casa”) e di “monitorare la propria salute e misurare la temperatura due volte al giorno per 14 giorni”. Solo se dopo 14 giorni non sorgono sintomi è possibile tornare al lavoro ma “dopo aver ricevuto il via libera dal medico di famiglia”.
In caso di contatti noti o sospetti con una persona contagiata o di sintomi, invece, la circolare prega “di contattare il proprio medico di famiglia per consigli e cure urgenti”, fornendo anche i numeri a cui trovare un medico a Bruxelles o Lussemburgo. In ogni caso, la raccomandazione è di “non venire in ufficio finché non si ha il via libera dal medico”.