È arrivata come una doccia gelata la risposta del Ceo di Ubi Banca, Victor Massiah, a Intesa San Paolo, che sta cercando di prendere tempo. L’accordo sull’offerta pubblica di scambio della società con sede a Torino per l’istituto bancario sembrava ormai cosa fatta.
“È molto presto per trarre considerazioni, ma è importante sottolineare come questa operazione rappresenti, per il momento, solo una proposta – scrive Massiah in una lettera inviata ai dipendenti del suo gruppo –. Prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti”.
Insomma, un passo indietro, a cui ha risposto per le rime l’amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina. “Non so cosa farà il board, sono liberi di decidere quel che è meglio per gli azionisti”. Dall’istituto bancario più influente d’Italia “non c’è alcuna probabilità di aumentare il prezzo dell’offerta”, dichiara ancora l’ad a Bloomberg Tv. “È un’operazione di mercato. Non ci sono discussioni con i singoli investitori. Saremo felici se aderiranno alla proposta”, continua Carlo Messina.
Intanto, a Bergamo, è appena iniziata la riunione del Car, il patto di consultazione di Ubi Banca, a cui aderisce il 17,8% del capitale, che deve proprio esaminare la proposta di offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa San Paolo.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Mediolanum, Ennio Doris, che si auspica che la fusione ci sia: “Genera fiducia perché non è la solita operazione di qualcuno che doveva essere salvato e per il quale è arrivato il cavaliere bianco”. Dal governo, invece, nessuna dichiarazione. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha infatti spiegato come la politica debba stare fuori da queste situazioni e quindi dall’operazione in corso.