Erano da poco passate le 22 ad Hanau, città tedesca a trenta chilometri da Francoforte. Tobias R. entra in uno “shisha-bar”, locale frequentato dalla comunità turca, nel centro cittadino. Si dirige verso la sala dove i clienti possono fumare il narghilè. Apre il fuoco, uccide cinque persone. Poi scappa in auto e si dirige verso un altro locale. Spara anche lì, togliendo la vita ad altre quattro persone.
L’uomo torna a casa: viene trovato lì dalla polizia, morto. Insieme al suo cadavere viene ritrovato anche quello della madre 72enne, molto probabilmente uccisa dal figlio omicida. L’arma con cui avrebbe compiuto la strage, ritrovata accanto al suo corpo, era detenuta legalmente.
Sono dieci le vittime della follia omicida di Tobias R., unico dato reso noto sul conto dell’assassino. Una strage razzista e xenofoba, su cui i magistrati tedeschi stanno indagando per terrorismo. L’attentatore avrebbe lasciato una lettera di 24 pagine e alcuni video per motivare la sua azione: parla della necessità di “distruggere” alcuni popoli la cui espulsione dalla Germania non può essere più raggiunta, ma anche di organizzazioni segrete e teorie della cospirazione molto in voga tra i neonazisti.
Ora gli inquirenti indagano per capire se la strage di ieri sera è l’azione di un lupo solitario o se dietro si celi qualcos’altro. La Germania nell’ultimo anno sta affrontando il ritorno della violenza armata dell’estrema destra. Lo scorso giugno il politico della Cdu Walter Lübcke, noto per le sue teorie sull’accoglienza degli stranieri, è stato ucciso da un neonazista nella sua abitazione. A ottobre invece un altro nostalgico del Terzo Reich ha ucciso due persone di religione ebraica ad Halle, nell’Est del Paese, nel giorno dello Yom Kippur.
Nell’ultimo anno sono state oltre 600 le aggressioni di stampo razzista, e 102 le persone rimaste ferite. Il ministero dell’Interno ha individuato 24mila simpatizzanti del neonazismo, e uno su due è ritenuto un pericolo per la sicurezza pubblica. Tra questi però non risultava Tobias R., lo stragista di Hanau.
Tra le prime reazioni, quella della cancelliera Angela Merkel: “Un crimine agghiacciante, è un giorno quanto mai triste, il razzismo è un veleno della società”.