L’Infinito di Giacomo Leopardi tradotto con le emoji usate nella comunicazione digitale. È ciò che ha realizzato una comunità web italiana coordinata da Francesca Chiusaroli, docente di glottologia e linguistica dell’università di Macerata e che ha lavorato sulla famosa poesia del poeta morto nel 1837.
Il titolo dell’opera è rappresentato dal tipico simbolo ad anelli intrecciati dell’infinito, accompagnato nella prima strofa da una clessidra che sta a rappresentare “sempre”, mentre “caro” viene raffigurato attraverso faccine circondate da cuori. “Ermo” e “colle” sono invece tradotti con una piccola montagna e un volto maschile assieme, seguite subito dopo da una montagna più grande.
L’adattamento della poesia prosegue con trovate buffe, ma anche suggestive: “sovrumani silenzi” è tradotto con una campana barrata e il pianeta Saturno, mentre l’onda di Hokusai richiama “s’annega il pensier mio”, l’idea del “naufragar” e il mare.
Il pezzo completo è in mostra a “L’Infinito. Un racconto per immagini e documenti”, in corso fino al 16 aprile nelle Sale Antiche della Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti di Macerata. La mostra offre uno squarcio inedito sulla vita e il successo del poeta di Recanati, che si sentì infelice e incompreso per tutta la vita oltre che deluso dagli ambienti delle grandi città, sensazioni che traspaiono nelle sue opere.
Oltre a libri, documenti e foto dedicati a Leopardi, presenti anche 27 traduzioni della celebre lirica, incluse quelle in aramaico e gaelico. E che adesso sono affiancate da una versione in “emojitaliano”.
Non è la prima volta che l’università di Macerata svolge un lavoro così particolare: negli scorsi anni ha realizzato una traduzione con le emoji della Costituzione italiana e delle avventure di Pinocchio, quest’ultima ancora in lavorazione.