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HomeSport Alla Lazio la sfida scudetto. La Juventus in testa da sola, l’Inter di Conte ora insegue

Alla Lazio la sfida scudetto
la Juventus in testa da sola
l'Inter di Conte ora insegue

Il gol di Milinkovic cambia gli scenari

i due scontri diretti saranno a Torino

di Tommaso Franchi17 Febbraio 2020
17 Febbraio 2020
Collage Lazio-Inter-Juve

Foto Ansa

Da ieri sera è ufficiale: il gol di Milinkovic in Lazio-Inter ha aperto gli scenari di una lotta a tre per lo scudetto. Qualcosa di impensabile a settembre, quando i favori del pronostico erano tutti per la Juventus, con il Napoli reduce da un secondo posto e l’Inter rivitalizzata da un mercato imponente come papabili rivali più accreditate. I bianconeri di Sarri sono rimasti lì, i partenopei hanno ampiamente deluso le aspettative mentre i nerazzurri inseguono adesso a tre punti.

A condurre le danze è sempre la Juventus. I bianconeri sono abituati all’alta quota, da otto anni esatti. Non brillano fisicamente, ma Cristiano Ronaldo è un autentico trascinatore. Hanno il chiodo fisso della Champions League ma la testa è ancora al campionato. Gli schemi tanto cari a Sarri non sono stati ancora assimilati e questo sembra lasciare spazio a una contesa che mancava da quasi un decennio.

Al secondo posto si è isolata la Lazio. A settembre qualcuno avrebbe sorriso al solo pensiero, eppure i biancocelesti sono lì, con il miglior assistman del campionato, Luis Alberto, e il capocannoniere della serie A, Ciro Immobile. Ieri la consapevolezza di aver cambiato gli obiettivi stagionali: c’è anche la Lazio per la lotta allo scudetto.

Il 2-1 incassato all’Olimpico fa male ad Antonio Conte, che resta comunque in alto. L’ex ct della Nazionale può vantare la migliore coppia gol della serie A, Lautaro-Lukaku. L’acquisto di Eriksen potrebbe essere la chiave di volta per ambire al primato, mentre la grana Handanovic rischia di lasciare strascichi negativi tra i pali nerazzurri.

La sensazione è che saranno decisivi gli scontri diretti. Due settimane a Juve-Inter, poi ci sarà Juve-Lazio. Sarri ha in casa i match point, ma davanti ha due allenatori che non conoscono la paura: Conte, da sempre battagliero, e Inzaghi, stratega dei cambi. Una sola certezza: al fischio finale di Rocchi un filo ha collegato Milano, Roma e Torino. Due delle tre, alla fine di tutto, resteranno deluse.

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