“Le aziende tecnologiche dovrebbero servire la società e pertanto sosteniamo gli sforzi dell’Ocse volti a creare regole fiscali globali eque per internet”: a scriverlo, sulle colonne del Financial Times, è il ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, che oggi a Bruxelles incontrerà tre commissari europei per discutere della tassazione per i giganti del web.
Si confronterà con Margrethe Vestager, che ha la delega alla Concorrenza, Vera Jourova, che si occupa di valori e trasparenza, e Thierry Breton, commissario al Mercato Interno. Dal quotidiano della City londinese, Zuckerberg si dice favorevole a “una buona regolamentazione delle Big Tech”, aggiungendo che “può danneggiare i nostri affari a breve termine, ma nel lungo periodo darà benefici a tutti”.
L’amministratore delegato di Facebook si è anche soffermato sulla spinosa questione dei contenuti online dannosi e di come dovrebbero essere regolamentati, sostenendo che la sua azienda dovrebbe essere inserita in un quadro normativo, ad esempio di quelli utilizzati per le società di media e telecomunicazioni.
“In questo momento”, ha specificato Zuckerberg, “ci sono due framework per le industrie esistenti: quello dei giornali e media, e il modello delle telecomunicazioni” attraverso le quali i dati vengono trasmessi, ma “non puoi ritenere responsabile una compagnia telefonica se qualcuno dice qualcosa di dannoso al telefono”.
C’è quindi ancora strada da fare dal punto di vista normativo per regolamentare il tema e Zuckerberg individua la soluzione per la sua azienda in una posizione intermedia. Secondo il Ceo della piattaforma con sede a Palo Alto, Facebook sarebbe dunque “a metà strada” tra un giornale e una compagnia di telecomunicazioni e come tale dovrebbe essere regolato.
La proposta conciliante di Zuckerberg sulla tassazione dei giganti del web in territorio europeo probabilmente deriva dalla volontà di evitare sanzioni della Ue, che potrebbero essere nettamente più svantaggiose rispetto al costo di una web tax concordata con le istituzioni.