Hanno ribaltato l’Ariston con la loro “Ringo Starr” e con il medley “Settanta volte”. I Pinguini tattici nucleari sono una band giovanissima, irriverente, ma con le idee chiarissime. Ma senza grosse pretese: “Insegnare qualcosa ai grandi? Non abbiamo granché da dire, però ecco: siamo fra i primissimi gruppi nativi digitali. E saper sfruttare questo mondo a vantaggio del proprio progetto è un vantaggio che magari possiamo trasmettere a chi non ne è così pratico per motivi anagrafici. Soltanto questo”, ha raccontato in conferenza stampa il tastierista del gruppo, Elio Biffi.
I loro sono pezzi pieni di citazioni, di rimandi a una cultura pop più o meno sommersa. “La verità è che siamo dei nerd: i fumetti, i videogiochi e la musica ci hanno salvati da una vita in cui eravamo un po’, diciamo, ’emarginati'”. ha spiegato Riccardo Zanotti, mente e cantante dei Pinguini. Ma quali i loro riferimenti? “Sicuramente c’è molto da prendere dagli anni Settanta, cantautori e progressive, perché univano tecnica e sentimento. Ed è una crasi che porta a essere eterni, questa”.
Ieri sera al Festival hanno stupito con un medley di alcuni dei classici sanremesi. “L’idea dietro la selezione era quella di raccontare una ‘crescita’: dalla ‘piccolina’ di ‘Papaveri e papere’ al ‘Salirò’, fino alla tracotanza di ‘Rolls Royce'”.
Ma dopo queste prime esibizioni, i paragoni con gruppi più o meno arguti, più o meno demenziali, sono arrivati in massa. “Elio e le storie tese lii stimiamo tantissimo”, ha detto Biffi. “Sono musicisti straordinari, è un onore essere paragonati a loro”. “Con Lo stato sociale invece ci lega proprio una lunga amicizia”, ha raccontato invece Zanotti. “Però siamo anche molto diversi. E restiamo degli outsider”.