L’economia tedesca continua a “perdere pezzi”. Questa volta a preoccupare sono i dati sulla produzione industriale secondo cui a dicembre 2019 si è registrato un -3,5% rispetto al mese precedente. Si tratta del peggior cedimento in oltre un decennio. Numeri che confermano la tendenza del sistema produttivo tedesco: a livello tendenziale (su base annualizzata) la produzione è scesa del 6,8 %.
Il trend incide ed è legato a doppio filo ai dati rilasciati ieri dal Ministero dell’economia di Berlino sugli ordini al settore manifatturiero, calati del 2,1% su base mensile e dell’8,7% su base annua. In particolare a suscitare apprensione sono i numeri delle commesse richieste dall’estero, scese del 4,5% in un mese. “Dopo i dati deludenti sui nuovi ordini di fabbrica arrivati ieri, la produzione industriale e le esportazioni per il mese di dicembre non sono state affatto migliori, concludendo un anno terribile per l’industria tedesca”, ha commentato Carsten Brzeski, Chief Economist di Ing Germania, che ha aggiunto: “Ci si aspettava un’inversione di tendenza e invece siamo in peggioramento”.
E se è vero che quando frena la locomotiva si ferma anche il resto del convoglio, il rallentamento di Berlino porta con sé strascichi in tutta Europa: nell’ultimo trimestre del 2019 l’Eurozona ha subìto decisi contraccolpi, complici anche le contrazioni del pil in Francia e Italia e i cali produttivi in Olanda e Spagna.
Numeri diversi, ma considerazioni altrettanto negative, vengono fatte osservando i dati legati al surplus commerciale della Germania. Lo scorso mese la bilancia tra importazioni e esportazioni ha fatto registrare una differenza di 19,2 miliardi di euro. Un fattore valutato negativamente da molti economisti, che da mesi spingono per un cambio di tendenza al fine di sostenere l’economia continentale a rischio stallo.