Le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del Movimento Cinque Stelle, la stangata incassata alle regionali in Emilia Romagna, gli Stati generali che si avvicinano – e probabilmente slitteranno a una data successiva al 29 marzo, quando è in programma il referendum sul taglio dei parlamentari.
È un quadro a dir poco agitato quello che si respira nel M5s, in cui si inseriscono Vito Crimi, nuovo capo politico, e Alfonso Bonafede, eletto ieri capo delegazione grillino a Palazzo Chigi.
Su Twitter sono arrivati gli auguri del ministro degli Esteri ed ex capo politico: “Buon lavoro Alfonso, sono certo che ricoprirai con caparbietà e determinazione il nuovo incarico di capo delegazione M5S al governo! Adesso avanti, abbiamo importanti obiettivi da raggiungere. E la squadra del Movimento 5 Stelle è molto motivata” il tweet di Di Maio
L’apertura del premier Giuseppe Conte a Nicola Zingaretti, con l’invito rivolto ai Cinque stelle a prendere parte a un fronte anti-destre, viene letta come una pugnalata alle spalle da Di Maio. La Stampa ha raccolto le confidenze di alcuni stretti collaboratori del capo politico dimissionario: “Dire certe cose il giorno dopo le Regionali, con il risultato che abbiamo avuto, è stata una mossa scorretta. Così ci condanna a fare da stampella al Pd”.
I gruppi parlamentari spingono per correre in coalizione con il centrosinistra alle prossime Regionali di maggio, soprattutto in Campania, Liguria e Puglia. È questo il motivo per cui l’ex capo grillino vorrebbe spostare gli Stati generali, per evitare che i rapporti di potere interni cambino in favore di una nuova linea filo-Pd. Lasciare più a lungo Crimi, che ha dichiarato di seguire la linea del suo predecessore, come reggente, darebbe all’ex capo politico più tempo per organizzarsi.
Ci si chiede a questo punto quali saranno le prossime mosse di Di Maio, se si ricandiderà agli Stati generali come “salvatore” del Movimento o se rimarrà nell’ombra a guardare. Certo è il suo progetto, la cosiddetta “Terza via”: un Movimento equidistante da destra e soprattutto sinistra, con una segreteria ristretta e due capi.
In linea con la Terza via ma con un progetto proprio ci sarebbero Di Battista, che presenterà una sua proposta politica, un documento con punti programmatici e valori con cui ripartire per rifondare il M5s, e Buffagni, che vuole farsi promotore delle richieste del Nord rilanciando su imprese e fisco. Tra i filo-dem invece il ministro Vincenzo Spadafora, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, Beppe Grillo e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.