Settantacinque anni fa le truppe dell’Armata rossa liberavano i sopravvissuti del campo di sterminio di Auschwitz e veniva svelato al mondo l’orrore dell’Olocausto. Oggi è il Giorno della memoria e del ricordo di quelle atrocità che non possono essere taciute. Tra il 1933 e il 1945, furono circa 17 milioni le vittime dell’Olocausto. Uomini e donne di ogni età, anziani e bambini. Solo ad Auschwitz hanno perso la vita 1,1 milioni di persone nelle camere a gas del campo o per fame, freddo e malattie. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e il presidente israeliano Reuven Rivlin si riuniranno anche lì, alla “Porta della Morte”, dove arrivavano i treni piombati.
Questa mattina la cerimonia al Quirinale. “La Shoah per il suo carattere unico e terribile trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale” il commento del Presidente della Repubblica Mattarella che ha anche ricordato il triste episodio della scritta “Juden hier” (qui abitano degli ebrei) comparsa pochi giorni fa sulla porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, sopravvissuta ai campi di sterminio. Mattarella ha definito l’accaduto “ignobile” e una dimostrazione di come “purtroppo l’antisemitismo non sia scomparso”.
Dure e colme di sofferenza le parole di Liliana Segre intervistata da Vatican News: “Con grande preoccupazione seguo, da anni, questo riaffacciarsi di sentimenti odiosi che sono il contrario dell’accoglienza, che sono il contrario della fraternità. Sì, devo dire che sono molto preoccupata di questa onda, che non è anomala ma è il risultato della crisi economica, ma anche il risultato di insegnamenti molto sbagliati, di sovranismi e populismi”.
“Se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro. L’anniversario dell’Olocausto, l’indicibile crudeltà che l’umanità scoprì 75 anni fa, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti”, il commento di Papa Francesco affidato a Twitter.
In tutta Italia si omaggiano oggi le vittime attraverso incontri, mostre, film, spettacoli. Molti gli appuntamenti a Milano, come la mostra “Arte nella Shoah”. A Torino, cuore degli eventi sarà Palazzo Lascaris, tra letture, incontri e proiezioni. E poi apertura straordinaria del Museo diffuso della Resistenza.
Ma il ricordo dell’orrore della Shoah non sembra aver contribuito abbastanza a creare un senso di responsabilità per una società giusta e libera dal razzismo in ogni sua forma. Secondo una ricerca di Swg condotta nel novembre del 2019, il 55% degli intervistati riconosceva, con gradi diversi di condivisione, di giustificare in qualche modo gli episodi razzisti in continuo aumento nel nostro Paese.
A Napoli il giorno della memoria diventa però occasione di separazione. La comunità ebraica di Napoli ha scelto di disertare, in segno di protesta, le celebrazioni ufficiali organizzate dall’Amministrazione comunale.