Billie Eilish entra nella storia. Conquistando cinque premi alla 62esima edizione dei Grammy Awards, la cerimonia della scorsa notte che ogni anno l’ultima settimana di gennaio consacra i più grandi successi musicali americani, la diciottenne cantautrice nativa di Los Angeles è infatti la più giovane artista della storia ad aver vinto il premio nelle quattro categorie principali (Best New Artist, Best Song, Best Album e Best Disco, oltre a Best Pop Vocal Album) prima di lei era successo soltanto a Cristopher Cross nel lontano 1981.
Lo stupore sul volto della cantante appare sincero. Si fa piccola piccola sul palco accanto al fratello, collega co-autore di alcuni suoi grandi successi, Finneas O’Connell. “Questo è il mio primo Grammy”, spiega una visibilmente commossa Billie Eilish, mentre sembra trattenere a stento le lacrime. “Sono davvero grata e onorata di essere qui tra tutti voi – continua Billie Eilish – Vi amo dal profondo. Sono cresciuta guardando tutti voi. Grazie alla mia squadra, alla mia mamma, al mio papà e ai miei migliori amici per avermi tenuto in vita fino ad oggi”.
Best Record of the Year (miglior brano dell’anno) è il suo singolo Bad Guy. Un successo planetario anche commerciale: il disco è infatti nel 2019 il più venduto dell’anno in Ungheria e in Lettonia, il secondo più venduto in Russia, il terzo nel Regno Unito, il quarto negli Stati Uniti. Il singolo e l’album da cui è tratto, When We All Fall Asleep, Where Do We Go? la lanciano nell’Olimpo dei più grandi: la cantante batte anche il record detenuto da Taylor Swift, che aveva 20 anni, 2 in più di Eilish, quando vinse con il suo disco, Fearless, nel 2010. When We All Fall Asleep, Where Do We Go? è stato premiato anche come miglior album pop vocale e Best Engineered Album (Non-Classical).
La serata è stata inevitabilmente condizionata anche dalla notizia della morte della star Nba Kobe Bryant, deceduto insieme alla figlia in un incidente d’elicottero. La cerimonia, per commemorarlo, ha riservato per lui un minuto di silenzio.