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HomeCronaca Locri, scoperti 237 “furbetti” del reddito di cittadinanza. Avevano ville e Ferrari

Locri, scoperti 237 furbetti
del reddito di cittadinanza
con ville, Ferrari e imprese

Fra loro anche due mafiosi già in galera

870mila euro indebitamente percepiti

di Chiara Viti23 Gennaio 2020
23 Gennaio 2020

Nell'immagine diffusa dalla Guardia di Finanza il 23 gennaio 2020, un momento dell'operazione ''Salasso'' che ha consentito di scoprire 237 persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. ANSA/ GUARDIA DI FINANZA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Qualcuno possedeva una villa e qualcun altro una Ferrari. Titolari di imprese che si “dimenticavano” puntualmente di effettuare la dichiarazione dei redditi. Fra i 237 furbetti, scoperti dalla Guardia di Finanza di Locri che hanno chiesto il reddito di cittadinanza, c’era poi chi è addirittura recluso.

Gli indagati sono tutti residenti nella Locride e avevano chiesto il sussidio da aprile a dicembre 2019. Segnalati all’Inps, ora dovranno tutti restituire quanto incassato e rischiano pene da due a sei anni. In pratica, oltre 870mila euro di fondi pubblici che in meno di nove mesi sono finiti in mano a chi non ne aveva alcun diritto.

Secondo gli uomini delle fiamme gialle, ci sarebbero state diverse anomalie nelle dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) che sono alla base di ogni richiesta per il reddito. Nella maggior parte dei casi veniva omesso il numero dei componenti del nucleo famigliare o il nome del coniuge, di fatto, possessore di redditi, automobili o moto, immobili e terreni.

Fra le persone denunciate, due risultano detenuti per mafia a seguito di un’importante operazione di polizia giudiziaria, avviata la scorsa estate, denominata “Canada Connection”, quando i finanzieri colpirono un intero nucleo familiare vicino ai boss della ‘ndrangheta che aveva redditi superiori a 55mila euro e imprenditori con partita Iva che però non avevano presentato alcuna dichiarazione reddituale.

Gli illeciti sono venuti alla luce nel corso delle verifiche della Guardia di Finanza a caccia di “falsi braccianti” e di “falsi rimborsi fiscali”, fenomeno molto comune in Calabria, che avevano già richiesto e ottenuto la card di cittadinanza.

Il risultato di questa ultima operazione si inserisce in un lavoro di indagine più ampio in tutto il territorio nazionale che monitora costantemente tutte le categorie professionali, dagli imprenditori ai commercianti e ai soci di Onlus, dai baristi ai camerieri e molti altri lavoratori in nero.

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