Duecento gallerie a rischio nel nostro Paese, la metà in concessione ad Autostrade per l’Italia. Il dato, relativo alla rete autostradale, è contenuto in un documento che il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha inviato ai Vigili del Fuoco e ai provveditorati alle opere pubbliche. L’ulteriore riprova della rovinosa condizione in cui versa la rete delle strade ad alta velocità italiane.
105 i tunnel a rischio sui tratti in concessione a Aspi, 90 quelli controllati da altre società. Tutti non rispetterebbero la direttiva europea 54 del 2004 e recepita dall’Italia nel 2006. Gallerie che, secondo il report che è stato acquisito dalla Guardia di Finanza di Genova, presentano pericoli di incidenti e crolli, non sono impermeabilizzate, sono prive di sistemi di sicurezza, corsie di emergenza e vie di fuga, luci guida in caso di evacuazione.
E c’è di più, perché sulla mancata manutenzione delle strutture potrebbe pesare anche la manomissione dei report sulla sicurezza, come avvenuto per alcuni viadotti, secondo un’inchiesta della Procura di Genova.
Aspi prova a difendersi e comunica che nel 90% dei casi portati alla luce dal rapporto del Consiglio dei lavori pubblici sono in corso gli adeguamenti richiesti e che per il restante 10% sono state disposte gare di appalto per l’assegnazione dei lavori.
Intanto la scorsa notte c’è stato un nuovo crollo, nel tunnel Ricchini sull’autostrada A6 Torino-Savona, all’altezza del comune di Quiliano, nel savonese: parti di intonaco si sono distaccate dalla volta, crollando sul tratto di percorrenza, mentre non vi erano auto che transitavano. Una dinamica molto simile a quella verificatasi nel tunnel Bertè, sull’A26 di Genova, lo scorso 30 dicembre e per il quale la Procura genovese ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per crollo colposo.