Sul caso Popolare di Bari, l’istituto finanziario commissariato dal governo su richiesta della Banca d’Italia e sarà ricapitalizzato fino 900 milioni, è intervenuto il presidente della Consob Paolo Savona. Dalla dichiarazione rilasciata dal presidente dell’organo di vigilanza alla Commissione finanza della Camera si apprende infatti che al 30 giugno scorso il patrimonio netto della banca era pari a 442 milioni di euro; “si deve presumere che a seguito delle perdite sia stato perso”, ha chiosato però a conclusione della sua relazione il numero uno di Palazzo Carmagnola. “Si parla di circa 70.000 piccoli azionisti. I bond subordinati sono pari a 291 milioni di euro, tutte le altre obbligazioni sono state già rimborsate”, ha detto Savona. “Dunque – ha spiegato ancora il presidente della Consob – rimane un passivo di oltre 700 milioni da affrontare.
Savona ha precisato anche che l’istituto ha insistito a fine anno per la diffusione di dati di bilancio aggiornati, ma che tale informazione non è stata resa pubblica per ragioni di stabilità di finanziaria.
Interpellato poi sul fato che l’organo di vigilanza non abbia sollevato carenze nei prospetti informativi degli aumenti di capitale già nel 2014, l’economista ha spiegato che “non possiamo entrare nei conti” e che i poteri della Consob sono limitati dalla legge alla rendicontazione fatta dai revisori. Dall’altra parte la vigilanza della Banca d’Italia “impiega tempo, sopratutto se c’è una crisi bancaria”. In questo merito il presidente della Consob ha lasciato intendere che vedrebbe con favore un’autorità unica di vigilanza. “Alla fine ci dev’essere uno che comanda e che deve assumersi la responsabilità”, ha detto. “La legislazione dovrebbe precisare meglio ruoli e responsabilità vedrei con simpatia che si scegliesse una delle due istituzione che dice, alla fine, ‘le cose stanno così'”.