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HomeEsteri Usa ostentano tranquillità dopo l’attacco missilistico dell’Iran su basi americane

Trump e il suo "All is well"
su Twitter dopo l'attacco
dell'Iran su basi americane

Ore di attesa per la reazione degli Usa

e per le dichiarazioni della Casa Bianca

di Serena Console08 Gennaio 2020
08 Gennaio 2020

epa08100825 US President Donald J. Trump speaks during the Evangelicals for Trump Coalition Launch, at the King Jesus International Ministry in Miami, Florida, USA, 03 January 2020. The event will bring together Evangelicals from across the nations who support President Trump's re-election. According to reports, President Trump defended the drone strike that killed Iran's Quds Force leader Qasem Soleimani and Iraqi militia commander Abu Mahdi al-Muhandis on 03 January 2020. EPA/CRISTOBAL HERRERA

“Hai tagliato le braccia al generale Qassem Soleimani, noi taglieremo i tuoi piedi dalla regione”, è la minaccia rabbiosa rivolta agli Stati Uniti del presidente iraniano Hassan Rohani. L’intimidazione non è stata solo verbale ma si è concretizzata nella notte (l’1.20 locali) con il lancio da parte dell’Iran di quindici missili a corto raggio che si sono abbattuti sulle basi di Ain al-Asad, una delle più grandi installazioni americane in Iraq. Poco dopo, la televisione di stato iraniana ha annunciato l’inizio dell’operazione “Soleimani Martire”, in risposta all’uccisione del generale.

La tv di Teheran, che cita fonti ben informate della Guardia Rivoluzionaria, ha riportato l’uccisione di circa 80 persone, mentre altre 200 sono rimaste ferite. La notizia dell’attacco è arrivata subito a Washington e la Casa Bianca ha immediatamente reagito, affidando a Twitter il commento sull’attacco. “Va tutto bene”, ha twittato nella notte il Presidente americano Donald Trump, allontanando l’ipotesi di vittime statunitensi.

E mentre il ministro della Difesa iraniano Amir Hatami, parlando con i media, afferma che l’obiettivo finale di Teheran resta l’espulsione delle truppe americane dalla regione, il leader supremo Ali Khamenei parla di “uno schiaffo” dato agli Usa e intima di non “fare passi indietro”.

Trump ostenta tranquillità ma l’autorità statunitense sull’aviazione (la Federal Aviation Administration) prende provvedimenti e mette al bando i voli civili su Iraq, Iran, Golfo Persico e Golfo dell’Oman.

Nei giorni scorsi la Casa Bianca avevo promesso “ritorsioni sproporzionate” in caso di attacco iraniano. Bisogna quindi attendere il discorso alla Nazione del capo del Pentagono Mark Esper, che annuncerà quali sono state le decisioni prese durante il consiglio di sicurezza nazionale con il presidente americano e il segretario di Stato Mike Pompeo subito dopo l’attacco iraniano di questa notte.

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