Una nuova “stesa” nel cuore di Napoli. Questa notte, pochi minuti prima dell’alba, alcuni colpi di pistola sono stati esplosi a via Arte della Lana, nel quartiere Pendino, nel centro storico della città partenopea. Alcuni residenti si sono svegliati per il rumore degli spari e hanno chiamato i carabinieri. Sul posto è stata recuperata una decina di bossoli. La Polizia scientifica sta svolgendo tutti gli approfondimenti del caso mentre chi indaga sta cercando di individuare il destinatario dell’”avvertimento”: forse un elemento di spicco della criminalità organizzata.
Non è l’unica “stesa” degli ultimi mesi nel capoluogo campano. Nella notte tra 13 e 14 novembre 2019, intorno alle due di notte, sono stati sparati 28 colpi da un’arma da fuoco di grosso calibro a via Enrico Cosenz, nel quartiere Mercato: gli inquirenti, in quel caso, avevano ricondotto l’episodio a una “prova di forza” di un gruppo di camorra contro dei rivali. Una settimana dopo, il 21 novembre, un’altra intimidazione a via della Bussola, nel quartiere San Pietro a Patierno: vengono sparati sei colpi sotto la casa di un pregiudicato agli arresti domiciliari. L’uomo era stato da poco raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare: accusato di essere tra i promotori di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sigarette di contrabbando. Il raid intimidatorio – per gli inquirenti – era collegabile al processo in corso.
Questa estate invece, a luglio, si è sparato nella zona di piazzetta Materdei e davanti alla chiesa di San Vincenzo alla Sanità. Proprio lì, il 6 settembre 2015, fu ucciso Genny Casarano, allora 17enne. Un gruppo di fuoco del clan Lo Russo esplose, nel corso di una stesa, 24 proiettili: uno colpì il giovane, uccidendolo. La statua posta in piazza dal padre del ragazzo, Antonio Cesarano, a giugno del 2019 è stata visitata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.