“Quest’anno più che mai, la legge di bilancio dimentica l’università”. Comincia così la lettera che la Conferenza dei rettori (Crui) ha inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le politiche di governo sull’alta formazione sono quasi inesistenti, “non una misura d’investimento, non un segnale di attenzione” sostiene la Crui. E non sono i soli a sollevare il problema.
Il Consiglio universitario nazionale (Cun), riunitosi ieri, scrive quanto “la grave insufficienza delle risorse pubbliche destinate al sistema universitario sia stata peggiorata dal dispositivo legislativo”. Tra i punti sottolineati dal Cun , il bisogno di un incremento delle risorse per il sistema universitario, “rendendo più flessibile la gestione del fabbisogno finanziario degli atenei pubblici”.
Sulla questione budget, una settimana fa, il quotidiano la Repubblica aveva denunciato in un articolo il “buco” di un miliardo, a fronte dei tre, chiesti dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Pochi i soldi investiti per la ricerca, mentre gli aumenti per il contratto d’istruzione si fermano a 70 euro lordi invece dei promessi 100. I giovani sono penalizzati ancora una volta: “nonostante la stagnazione, perfino i Paesi emergenti puntano su università e ricerca: l’Italia no”, si legge ancora nella lettera della Crui.
“Siamo molto delusi – ha detto Gaetano Manfredi, Presidente della conferenza dei rettori – i finanziamenti che aspettavamo servivano in primis per i giovani. Un piano straordinario per i ricercatori e risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie (per la cosiddetta no-tax area). Tenendo conto che siamo già il Paese europeo con il minor numero di laureati, e che notoriamente la crescita economica nella società della conoscenza non può che basarsi sulla conoscenza, non credo che questa legge renda un servizio al futuro prossimo dei nostri cittadini.”