Il matrimonio tra i gruppi Fca e Psa è ufficiale. Dall’unione nasce il quarto gruppo automobilistico più potente del mondo (ma terzo per fatturato) e il secondo in Europa. Affrontare il mercato globale associando Fca ad un altro protagonista del settore era il progetto di Sergio Marchionne, che da Ad di Fca provò l’accordo con General Motors. Tempo fa il presidente John Elkann tentò con Renault, ma non si fece nulla. Adesso la fusione con Psa. La definizione delle pratiche burocratiche e fiscali durerà almeno un anno e il nome della nuova azienda ancora non c’è, ma il dado è tratto.
L’annuncio al mondo in una conferenza congiunta di Carlos Tavares (Psa) e Mike Manley (Fca). I due hanno inoltre diramato un comunicato che ha snocciolato svariate cifre e anticipato gli obiettivi futuri. La casa comune sarà in Olanda, dove Fca ha già la sede legale. Il nuovo gruppo sarà quotato nelle borse di Parigi, Milano e Wall Street. Nel testo è annunciata la volontà di non chiudere stabilimenti. Prioritaria la sfida della “mobilità sostenibile”, in un mondo che parla sempre più green, e l’adeguamento agli stringenti requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2.
Saranno della partita quasi 9 milioni di veicoli in totale, in una realtà che sulla carta ha circa 170 miliardi di euro, con un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi e un margine operativo del 6,6%. Importante anche il posizionamento “geografico” della nuova creatura, molto più bilanciato dei precedenti assetti delle due aziende con “il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America”.
La fusione comporta nuove sinergie, la condivisione del know-how e diversi risparmi, come “il 40% dei circa 3,7 miliardi di euro spesi in tecnologie, prodotti e piattaforme”. Mentre i risparmi sugli acquisti varranno un ulteriore 40%. Il resto dei tagli avverrà in ambito marketing e amministrativo. Ai sindacati farà piacere il passaggio secondo cui i risparmi non coinvolgeranno il personale, anche perché si stanno fondando due gruppi “in ottima forma”, per dirlo con la guida di Psa, Carlos Tavares.
Il manager portoghese diventerà il ceo della nuova azienda, con Manley ad affiancarlo, mentre John Elkann sarà il presidente. Il cda sarà costituito da undici membri, cinque espressi da ciascuno dei due gruppi fondatori. Nel consiglio saranno presenti due rappresentanti dei lavoratori, uno proveniente da Fca, l’altro da Psa. Prima del closing, Fca conferirà ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro, mentre Psa distribuirà ai soci la quota del 46% detenuta nella società di componentistica Faurecia.
Il presidente di Fca John Elkann ha parlato dell’evento come di una “pietra miliare destinata a entrare nella storia”, chiedendo a tutti di “essere pionieri nello sviluppo di tecnologie rivoluzionarie, con prodotti innovativi e soluzioni all’avanguardia”. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha espresso l’apprezzamento del governo verso questa operazione, auspicando “lo sviluppo e il passaggio verso modelli a basse emissioni e minor impatto ambientale”.
Più freddo l’omologo francese Bruno Le Maire: “Lo Stato francese ha vigilato e continuerà a vigilare affinché l’insieme delle condizioni poste alle nozze tra Fca e Psa vengano rispettate”. Tra queste “l’impronta industriale in Francia”. Questa mattina i mercati hanno accolto positivamente l’ufficializzazione di un matrimonio che vuole stravolgere il mercato automobilistico.