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Lavoro in crisi: un milione di licenziati nel 2012. In calo anche le assunzioni in tutta Italia

di Gianluca Natoli10 Aprile 2013
10 Aprile 2013

Un milione di persone a casa. E’ questo il numero dei nuovi senza lavoro, privati della propria occupazione nel 2012. Diverse le cause di licenziamento, ma tutte convergenti sullo stesso binario della crisi che ha prodotto e continua a produrre tagli pesanti sul lavoro. Rispetto al 2011 i licenziamenti sono aumentati del 14%. L’allarme è stato lanciato dal Ministero del Lavoro attraverso il Sistema delle comunicazioni obbligatorie.
I dati.
Significativi i numeri degli ultimi tre mesi del 2012: i licenziamenti hanno raggiunto il livello massimo di 329.259, in aumento del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. Nell’intero 2012, invece, sono stati attivati circa 10,2 milioni di rapporti di lavoro. Mentre sono 10,4 milioni quelli cessati, nel complesso, tra dimissioni, pensionamenti, scadenze di contratti e licenziamenti.
Il calo delle assunzioni. Ad aggravare il quadro occupazionale dell’Italia, oltre all’aumento dei licenziamenti, è il crollo delle assunzioni registrato nel 2012. Nel quarto trimestre dell’anno passato si è registrata una flessione dei nuovi assunti del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. E a scontrarsi maggiormente con le barriere di accesso al mondo del lavoro sono stati ancora una volta i giovani. Su questo, infatti, i numeri parlano chiaro: -13,9% di assunzioni di giovanissimi tra i 15 e i 24 anni e  -10,9% di nuovi lavoratori tra i 25 e i 34 anni. Complessivamente la stima dei giovani senza lavoro ha toccato il 38% (quasi uno su due).
Il futuro senza speranza.
Alle parole di Draghi che pochi giorni fa definiva “a rischio la ripresa nella seconda metà del 2013”, si aggiungono i dati poco confortanti sull’incremento della produzione nel nostro Paese. Il picco negativo dell’indice manifatturiero nel mese di marzo, attestato a 44,5 punti, segna un ulteriore arretramento dal già pessimo 45,8 di febbraio. Le previsioni per i prossimi mesi sono tutt’altro che positive. Si attende, infatti, un peggioramento del trend economico. E non solo in Italia. Anche nell’Eurozona l’indice manifatturiero continua a registrare perdite di mese in mese.
Suona come una richiesta disperata l’invito del segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso,  al governo per lo stanziamento di fondi necessari per il welfare e per incrementare l’occupazione nelle imprese. La proposta va dai premi per facilitare le assunzioni delle aziende, alla detassazione dell’Irap.

Gianluca Natoli

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