“A Berlusconi darei un premio per la lotta alla mafia”, sono queste le parole che il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, ha riservato ieri all’ex premier durante il programma di Radio24 La zanzara. Secondo il procuratore, l’ex Presidente del Consiglio merita l’onore delle armi perché durante il suo governo “sono aumentati i sequestri di beni ai mafiosi grazie ad importanti interventi legislativi”. Si riferiva ovviamente al governo che avrebbe agevolato il rientro in Italia di capitali mafiosi nascosti all’estero. Grasso, però, ha detto di non aver pronunciato quella frase e di non essere stato rapido a smentire.
Polemica con il procuratore di Palermo Pietro Ingroia.
Nella stessa intervista il procuratore nazionale, ha inoltre polemizzato con Pietro Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo, per aver partecipato lo scorso ottobre al congresso dei Comunisti Italiani e soprattutto per la sua affermazione “sono partigiano della Costituzione”. Grasso ha criticato il fatto che Ingroia abbia utilizzato la sua funzione per fare politica e che, partecipando al congresso, si sia automaticamente schierato politicamente. Il procuratore aggiunto di Palermo si è difeso dicendo di aver esercitato un suo diritto, in quanto cittadino e magistrato libero di esprimere qualsiasi giudizio in materia di Costituzione e di politica della giustizia. E –ha aggiunto Ingroia– la mia partecipazione a manifestazioni di un partito piuttosto che di un altro non implica la mia appartenenza ad uno schieramento”.
La reazione di Magistratura Democratica.
Contro il procuratore antimafia si è schierato Piergiorgio Morosini, segretario generale di Magistratura Democratica e gip a Palermo, che ha definito “sconcertanti” le parole di Grasso sostenendo che “sui sequestri ci sono leggi collaudate già da qualche decennio e gli esiti positivi degli ultimi anni, in materia di aggressione ai patrimoni mafiosi, sono dipesi dallo spirito di abnegazione e dalla capacità professionale delle forze dell’ordine e della magistratura”.
Il procuratore Grasso ha precisato che in passato non ha mai risparmiato critiche all’ex premier sulla delegittimazione dei magistrati e per la mancanza di norme anticorruzione, antiriciclaggio, contro il falso in bilancio e l’evasione fiscale.
Il vice presidente del gruppo Pdl della Camera, Jole Santelli si è pronunciata contro Morosini: “In Italia i magistrati sono indipendenti dalla politica perché essi stessi fanno politica”. L’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, invece, ha ringraziato il procuratore Grasso per il riconoscimento postumo.
Francesca Polacco