Il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, è stato arrestato questa mattina dalla Guardia di finanza. L’accusa: essersi assentato dal proprio luogo di lavoro per oltre 650 ore senza giustificazioni. Il primo cittadino del paese calabrese, infatti, è impiegato nell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Ma ora è agli arresti domiciliari, e gli viene contestato il reato di truffa aggravata ai danni dell’Asp stessa. Insieme a lui, sospesi anche tre dipendenti dell’impresa, accusati di essere stati complici.
Il suo era un “consolidato meccanismo”, ha dichiarato il colonnello Danilo Nastasi, comandante provinciale della Guardia di finanza di Cosenza. L’operazione, denominata “Ghost work” – “Lavoro fantasma” – è stata condotta dai suoi sotto il coordinamento del procuratore di Paola Pierpaolo Bruni e del sostituto Maurizio De Franchis. “Il sindaco – ha precisato il colonnello – attestava falsamente di essere in servizio o in missione per conto dell’azienda. Ma in realtà svolgeva azioni personali e quotidiane”. Da quanto apprende l’Ansa, in molte circostanze l’uomo si sarebbe recato in orario di lavoro direttamente al bar.
La Procura della Repubblica di Paola, in una nota stampa, ha parlato di “gravi condotte nei confronti dello Stato”, aggiungendo che – grazie alla complicità di tre colleghi – il primo cittadino di Scalea “una volta timbrato il cartellino, lasciava l’ufficio e si dedicava allo svolgimento di quotidiane attività di natura personale”. E sempre, riferisce il comunicato, muovendosi “con disinvoltura”.
Le indagini si sono protratte per alcuni mesi, e sono state eseguite con l’ausilio di telecamere, tabulati telefonici, rilevazioni gps e appostamenti. Ora i finanzieri della Tenenza di Scalea hanno anche eseguito un decreto di sequestro di beni per equivalente per un valore di 12 mila euro nei confronti di Licursi.