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HomeEconomia Manovra, plastic e sugar tax fanno traballare il governo. Renziani all’attacco

Scontro nella maggioranza
su sugar tax e plastic tax
Renzi vorrebbe eliminarle

I Dem presenterebbero 300 emendamenti

Migliaia invece quelli dalle opposizioni

di Mariacristina Ponti06 Dicembre 2019
06 Dicembre 2019

Confezioni di alimenti in vaschette di polistirolo ANSA

Plastic tax e sugar tax sono i pomi della discordia del vertice di maggioranza – appena sospeso a Palazzo Chigi – su come impiegare le risorse della legge di bilancio.

Sono 500, però, i milioni da trovare per lo slittamento della tassa sulla plastica e alleggerire quella riguardante le bevande zuccherate. Tra i nodi cruciali quello sulle auto aziendali.

Un compromesso potrebbe arrivare grazie al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha proposto uno slittamento della nuova versione della tassa sulla plastica, che riduce del 70% il suo impatto rispetto a quanto pensato all’inizio: la proposta ora prevede di dimezzare il prelievo da 1 euro a 50 centesimi al chilo e posticiparne l’avvio all’estate del 2020. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che al vertice era rappresentato dalla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, però la misura non la vuole proprio o, quantomeno, vorrebbe che slittasse al primo gennaio del 2021. Italia viva è drastica: tutte le microtasse devono sparire, quindi non solo quelle su plastica e auto ma anche la Sugar tax. I 235 milioni che servirebbero per annullarla, a cui si devono aggiungere gli altri 230 utili per eliminare anche la sugar tax, secondo l’ex premier si troverebbero attingendo anche ai fondi del Reddito di cittadinanza, misura bandiera dell’universo 5 Stelle.

Un accordo potrebbe esser stato trovato, invece, sulla tassa sulle auto aziendali, che è stata quasi azzerata: dai 347 milioni previsti, si è arrivati a 16 milioni.

Sarebbero poi quasi 300 gli emendamenti che il Partito Democratico avrebbe presentato per cercare di dare una svolta green alle tasse. Sarebbero invece migliaia quelli presentati dalle forze dell’opposizione.

Intanto anche fuori dalle aule parlamentari, le proteste sulla manovra non cessano: i concessionari dello Stato sono preoccupati per la stretta e l’aumento di tre punti percentuali dell’Ires. “La norma impatterà non solo sulle imprese, ma anche sugli utenti”, avvertono in una lettera al premier Giuseppe Conte e Gualtieri le associazioni Utilitalia ed Elettricità futura.

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