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Valerio Onida vittima de La Zanzara: “Saggi inutili, servono solo a coprire lo stallo”

di Lorenzo Caroselli05 Aprile 2013
05 Aprile 2013

“I saggi? Inutili. Servono a coprire questo periodo di stallo. Andremo a votare presto”. A dirlo è proprio un “saggio”: Valerio Onida, uno dei dieci “facilitatori” nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Chiamato da una finta Margherita Hack per il programma “La zanzara” su Radio 24, l’ex presidente della Consulta parla liberamente: “Berlusconi vuole solo protezione, è anziano e speriamo decida di godersi la vecchiaia lasciando in pace gli italiani”. Poi, sul Quirinale: “Fosse per me metterei Giuliano Amato”. Quando però la notizia dello scherzo è saltata fuori, Onida ha cercato di correre ai ripari: “Sono stato ingenuo”, ha ammesso il giurista precisando che la pubblicazione di una conversazione privata è “una grave violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni”. Infine le scuse a Napolitano e Berlusconi e la retromarcia: “Il nostro lavoro non è inutile, infatti resto al mio posto”.

Copertura dello stallo. “Questa cosa dei saggi, a me sembra sinceramente una cosa inutile”, esordisce l’imitatore dell’astrofisica toscana, come riporta un comunicato dell’emittente. “Ma guardi, sì – conviene Onida – è probabilmente inutile… Serve a coprire questo periodo di stallo, dovuto al fatto che dal Parlamento non è venuta fuori una soluzione mentre l’elezione del nuovo Presidente è tra quindici giorni… allora il nuovo presidente potrà fare nuovi tentativi o al limite sciogliere le Camere, cosa che Napolitano non può fare. Dunque questo periodo di stallo è un po’ coperto, diciamo così, da questo tentativo (ride)..questa cosa…sono d’accordo che non servirà nella sostanza…”. “Non ho ancora capito a che servono”, chiede ancora la finta Hack: “È un lavoro di copertura del momento di stallo… dovremmo mettere giù proposte di programma che possano essere condivise, ma nella sostanza i partiti devono mettersi d’accordo…”, risponde Onida.

La legge elettorale. “C’è possibilità di cambiare legge elettorale?”, chiede sempre la finta Hack e Onida risponde così: “Cercheremo di fare una proposta, quello sarebbe un bel risultato. Penso che andremo a votare ancora, presto o prestissimo. È un Parlamento bloccato, Grillo non ne vuol sapere, il Pdl vuole solo garantirsi di essere in campo, Berlusconi naturalmente spera sempre di avere qualche vantaggio o protezione, il Pd ha fatto questo tentativo di buttarsi con Grillo e non ce l’ha fatta. E c’è il blocco”. E per il Quirinale che succede? “Si fanno tanti nomi, ma non c’è accordo – risponde il costituzionalista – personalmente dico che Amato sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, fosse per me lo farei subito”. Quindi ancora una critica a Berlusconi: “È anziano, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia, è un mio coetaneo. Potrebbe andare a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani”.

La dichiarazione del giurista. Valerio Onida era pronto a dimettersi, ma sarebbe stato lo stesso presidente della Repubblica, nel corso di una telefonata, a chiedergli di soprassedere, facendo notare che di fronte alle provocazioni si risponde con la responsabilità. Dopo un confronto anche con i suoi colleghi, Onida ha deciso di diffondere una nota. Ecco il testo integrale della dichiarazione rilasciata in serata da Onida, componente del gruppo di lavoro in materia istituzionale. “Sono stato ingenuo nel pensare che l’autrice della telefonata provocatoria fosse davvero la professoressa Hack. La pubblicazione del contenuto di una conversazione privata, nella quale l’interlocutore falsifica la propria identità costituisce una grave violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni garantita dalla Costituzione. Ciò detto, che non sia inutile il lavoro che stiamo facendo, lo dimostra il fatto che sono qui con gli altri colleghi a lavorare. Esprimo il mio rammarico per l’imbarazzo che la pubblicazione può aver creato al Presidente della Repubblica, e le mie scuse al Presidente Berlusconi perché un mio giudizio privato, espresso in chiave ironica e autobiografica – ho detto che sono un suo coetaneo – diventando pubblico potrebbe averlo ingiustamente offeso”.

Lorenzo Caroselli

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