Un mondo pieno di tacchi di colore rosso. La speranza è che la scarpa simbolo della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne possa diventare una costante, non qualcosa da portare alla memoria soltanto per oggi. In queste ore milioni di persone scendono in piazza in tutte le parti del pianeta.
Dal Messico al Guatemala, passando per il nostro Paese, tutti sono pronti a mostrare vicinanza alle donne vittime di violenze di ogni genere. C’è l’assoluta necessità di farlo, soprattutto dopo i dati diffusi dalla Banca Dati Eures cinque giorni fa: nel 2018 i femminicidi sono stati 142, con l’85% di questi avvenuti tra le mura di casa.
Tra le risposte concrete la firma di un Protocollo d’intesa tra Abi e le organizzazioni sindacali del settore bancario. L’impegno è quello di sospendere il pagamento dei mutui per le vittime di violenza di genere.
L’Italia non resta a guardare. A Milano ActionAid Italia ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #Closed4Woman: le saracinesche abbassate nei negozi diventano il simbolo della protesta contro la chiusura dei centri anti-violenza. Dimostrazioni di solidarietà anche a Roma, lungo le vie del centro. Nel cortile di Montecitorio ci sarà una panchina rossa e la facciata del palazzo sarà illuminata di arancione.
La partecipazione alla giornata arriva anche dal mondo della politica, in particolare dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La violenza sulle donne è un’emergenza pubblica”, ha detto Mattarella. Dello stesso avviso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Lavoriamo per una svolta culturale, che parta dai giovani”, scrive il premier sul proprio profilo Twitter.
Abbiamo approvato norme, sbloccato fondi, avviato confronti: la violenza contro le donne rimane un’emergenza. Lavoriamo per una svolta culturale, che parta dai giovani. Domani ne parlerò in una scuola a Roma insieme alla Comm. d’inchiesta sul femminicidio #stopviolenzasulledonne
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) November 25, 2019