Michael Bloomberg scende in campo. Il miliardario ed ex sindaco di New York ha depositato alla commissione elettorale americana i documenti per correre alle primarie democratiche per la Casa Bianca nel 2020. Dal suo staff però ci tengono a chiarire che si “tratta di un ulteriore passo verso la corsa” per le elezioni ma che “la decisione finale non è ancora stata presa”.
Depositare la documentazione era un atto dovuto, dopo che Bloomberg si è candidato alle primarie democratiche in Alabama, Arkansas e Texas, tutti Stati del sud dove si voterà al Super Tuesday del prossimo 3 marzo. Il miliardario punta a correre poi in Tennessee, mentre esclude di partecipare nei primi stati chiamati al voto: New Hampshire, Carolina del Sud, Iowa e Nevada.
Sebbene non abbia ancora sciolto la riserva, la campagna di Bloomberg per il 2020 è già partita con grandi stanziamenti. Una campagna di spot digitali da 100 milioni di dollari contro il presidente Donald Trump negli Stati cruciali e, si stima, intenda spendere tra 15 e 20 milioni di dollari a sostegno della registrazione dei votanti. “Se correremo, riteniamo di poter vincere negli Stati dove si vota il Super Tuesday e oltre”, ha dichiarato all’inizio del mese l’advisor di Trump, Howard Wolfson.
Voting is a sacred right—and matters now more than ever. That’s why today I’m committing to registering 500,000 new voters across 5 battleground states ahead of the 2020 election. https://t.co/QUk1foDekL
— Mike Bloomberg (@MikeBloomberg) November 20, 2019
I democratici devono però affrontare tre problemi principali: la procedura di impeachment che non fa veri passi in avanti, l’economia che regge e la lunga fase preliminare delle primarie per trovare un chiaro sfidante di Donald Trump. Nei sondaggi nazionali, l’ex vicepresidente di Obama Joe Biden continua ad essere il candidato democratico in testa con il 30 per cento. Altri due componenti del gruppo in testa sarebbero Elizabeth Warren e Bernie Sanders.