Le richieste delle Ong, il silenzio dell’Italia e ottocento persone di nuovo in mare, mentre arriva l’archiviazione sulla vicenda Alan Kurdi che vede coinvolto l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sono giorni in cui il conflitto civile in Libia, iniziato ad aprile, ha raggiunto nuovi picchi di violenza. Molte delle persone soccorse nelle ultime ore riportano ferite da arma da fuoco, mentre il centralino di Alarm Phone, il supporto indipendente per il soccorso dei migranti nel Mediterraneo, non ha un attimo di tregua.
In questo momento, secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, ci sono 367 persone a bordo delle tre navi delle Ong impiegate nel Mediterraneo: la Ocean Viking ne ha 215, la Open Arms 73 e la Aita Mari, ultima arrivata, 79. Tutte e tre attendono una risposta da Malta e dall’ Italia, alle quali hanno chiesto un porto sicuro. Nel frattempo restano in mare, rifiutando di riportare i rifugiati soccorsi a Tripoli.
Abbiamo avvisato autorità di #Italia e #Malta di un caso di pericolo ma rifiutano di assumere il coordinamento. Abbiamo perso il contatto con la barca 15 ore fa’. Non sappiamo se sono ancora vivi. Poiché le autorità #europee non assistono, speriamo che la flotta civile li trovi.
— @alarmphone (@alarm_phone) November 22, 2019
Le richieste di aiuto, però, non si fermano. Le ultime, diffuse da Alarm Phone ieri sera, vengono da due imbarcazioni, una con 90 e l’altra con 70 persone a bordo. Questa mattina è arrivata a Crotone una barca a vela partita da Bodrum, in Turchia, con 31 migranti curdo-iracheni e curdo-iraniani nascosti sotto coperta. La Guardia di Finanza li ha scoperti durante una perquisizione e ha arrestato due presunti scafisti russi accusati di trasporto illegale.
Nel frattempo il Tribunale dei ministri ha accolto la richiesta della Procura di Roma, archiviando l’indagine a carico di Matteo Salvini per abuso d’ufficio e rifiuto di atti di ufficio per la vicenda Alan Kurdi del 3 aprile scorso. Il leader della Lega negò lo sbarco alla nave della Ong Sea Eye, con 64 migranti a bordo, tra cui donne e bambini.