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Hong Kong, ancora scontri
200 studenti asserragliati
nel campus della PolyU

L'appello della polizia: "Arrendetevi"

Da venerdì più di 154 persone arrestate

di Chiara Capuani18 Novembre 2019
18 Novembre 2019

epa08005095 Riot police arrest a pro-democracy protester during clashes outside the Hong Kong Polytechnic University (PolyU), in Hong Kong, China, 18 November 2019. Hong Kong is in its sixth month of mass protests, which were originally triggered by a now withdrawn extradition bill and have since turned into a wider pro-democracy movement. EPA/FAZRY ISMAIL

“Arrendetevi”. Questo l’appello della polizia di Hong Kong ai circa 200 studenti arroccati nel campus della PolyU, il Politecnico da giorni occupato dai manifestanti. Domenica sera la polizia ha tentato di entrare nelle strutture dell’università, ma il lancio di diverse bombe incendiarie gliel’ha impedito. La polizia ha dunque circondato l’edificio e ha invitato gli studenti a deporre le armi e a uscire in modo ordinato.

Tutti i manifestanti, ha assicurato un portavoce in una conferenza stampa in streaming, saranno arrestati perché “sospettati di rivolta” in vista degli accertamenti del caso. La polizia ha dichiarato di aver arrestato da venerdì a domenica un totale di 154 persone, di cui 51 solo la scorsa notte, qualificatesi come personale medico, paramedico e giornalisti.

Nella conferenza stampa quotidiana, un altro portavoce ha assicurato che gli agenti sono determinati a permettere alle ambulanze di entrare nel PolyU al fine di trasportare i feriti in ospedale per le cure necessarie, prima dell’avvio di ulteriori indagini a loro carico.

Intanto, il Quotidiano del Popolo, ‘voce’ del Partito comunista cinese, ha pubblicato in prima un commento sugli ultimi scontri in corso nell’ex colonia: Il futuro di Hong Kong è al suo punto critico e non c’è “alcun margine” per i compromessi nella “lotta” contro i manifestanti anti-governativi.

“Quello che abbiamo di fronte è la battaglia tra la tutela del principio ‘un Paese, due sistemi’ e la sua distruzione. Su questa questione, che coinvolge la sovranità nazionale e il futuro di Hong Kong, non c’è una via di mezzo e assolutamente neanche lo spazio per un compromesso”, si legge.

“Pechino non esiterà a contrastare qualsiasi tentativo che minacci la sovranità, la sicurezza e l’unità nazionale. Tuttavia, la Cina è impegnata a seguire quel modello, messo a punto per regolare i rapporti tra governo centrale e Hong Kong al momento della restituzione di Londra dell’ex colonia nel 1997.

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