È atteso per questa sera l’incontro al Quirinale tra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il vertice è fissato per le 19:30. Sarà l’occasione per parlare non solo del caso Ilva, ma in generale delle crisi industriali presenti nel nostro Paese.
A complicare oggi la vicenda Ilva ci sarebbero presunti illeciti tributari e possibili reati pre-fallimentari. È su questo punto che la Procura di Milano sta indagando, approfondendo il fascicolo esplorativo sull’addio di ArcelorMittal al polo siderurgico. Il presidente della sezione in materia d’impresa del tribunale di Milano Claudio Marangoni ha fissato per il 27 novembre l’udienza del ricorso, invitando Arcelor Mittal “a non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti”.
Sul punto è intervenuto anche il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. “Se Arcelor Mittal non rivede la decisione di lasciare Taranto scatterà l’amministrazione straordinaria, con un prestito ponte”, ha detto Boccia ai microfoni di Radio Capital. Nel frattempo arriva la denuncia anche da parte di Natale Castiglia, titolare di un’impresa legata a Mittal fino a qualche giorno fa. “Dal primo ottobre – spiega Castiglia – si registra un avanzo di 3 milioni di euro. Ho dovuto licenziare 340 persone e a oggi non posso pagare i dipendenti perché non ho percepito lo scaduto”.
Nel frattempo emergono altri spunti in merito a possibili interessamenti dall’estero per l’acquisizione dell’ex Ilva. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera potrebbe esserci un possibile interessamento di Jingye, gruppo cinese che si sarebbe candidato a comprare una quota del polo siderurgico. In secondo piano si piazza anche il gruppo turco Yilport, già presente a Taranto come concessionario del molo polisettoriale del porto tarantino.