“Vogliamo bandire dalla faccia della terra la violenza e ogni tipo di abuso nei confronti dei minori”, così Papa Francesco al convegno di ieri mattina sulla dignità dei minori nel mondo digitale, richiamando tutti a proteggere i più piccoli dal dilagare della pornografia su internet.
Uno sguardo particolare è dedicato soprattutto alle società che forniscono servizi online, per molto tempo considerate immuni dalle responsabilità dei loro contenuti. Una possibile soluzione, secondo il pontefice, sarebbe la possibilità da parte delle autorità di intervenire efficacemente, nel pieno rispetto dello Stato di diritto, per contrastare le attività criminali che ledono i minori.
Gli algoritmi, secondo Bergoglio, sono indispensabili per evitare la diffusione di immagini nocive e illegali. Fondamentale dunque che gli ingegneri informatici ricorrano a sistemi sempre più elaborati.
Ed è proprio sugli algoritmi che è tornato a parlare don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione Meter Onlus che si occupa della tutela dei minori online, dopo il discorso di Papa Francesco: “Fa bene (il Papa, ndr) a chiedere ai big della rete di implementare un algoritmo che difenda i bambini. Ma il punto è che si possono fare tutti gli algoritmi del mondo, ma se non si trova chi abusa, tutto questo non sarà servito a niente”, ha commentato il sacerdote, il quale ha poi aggiunto che proprio in questi giorni la sua associazione ha denunciato 28 link pedopornografici su “onion”, un portale del Deep web. Si tratterebbe di un “vero e proprio catalogo dell’orrore”.
Fino allo scorso aprile, Meter ha segnalato 5 milioni e 826.458 foto a sfondo pedopornografico, oltre a 102.630 video dello stesso genere a diverse Polizie, italiane ed estere, e a numerosi server provider. “È una realtà drammatica al limite di un orrore quotidiano. Poche le risposte a fronte di migliaia di denunce. Questa indifferenza inquieta”, sostiene don Fortunato.
