L’Alta Corte australiana ha deciso di ammettere l’appello presentato dal cardinale George Pell, accusato di molestie sessuali nei confronti di chierichetti nella cattedrale di Melbourne vent’anni fa.
Attualmente Pell, ex Prefetto dell’Economia in Vaticano, sta scontando la sua pena in un carcere australiano ma si è sempre dichiarato innocente. Non è ancora stata ancora individuata una data per il processo ma, probabilmente, non sarà prima del prossimo febbraio.
Il cardinale, 78 anni, era stato condannato lo scorso dicembre a 3 anni e 8 mesi. Sentenza confermata lo scorso agosto dalla Corte Suprema dello Stato di Victoria con il voto di due giudici su tre. Secondo i suoi legali, l’opinione discorde di uno dei tre giudici della Corte d’Appello può costituire un motivo ragionevole per revocare la condanna.
Due giudici hanno infatti stabilito che la sola vittima di Pell ancora in vita è stato un testimone credibile e veritiero, mentre i suoi legali si affideranno all’opinione dissenziente del terzo giudice, Mark Weinberg, ex capo della Pubblica Accusa federale, che ne aveva messo in dubbio l’attendibilità.
“La Santa Sede, nel confermare la propria fiducia nella giustizia australiana, prende atto della decisione dell’Alta Corte australiana di accogliere la richiesta di appello presentata dal card. George Pell, consapevole che il cardinale ha sempre affermato la propria innocenza”. E’ quanto dichiara il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni. Nell’occasione, aggiunge, “la Santa Sede ribadisce, ancora una volta, la propria vicinanza a quanti hanno sofferto a causa degli abusi da parte dei membri del clero”.