Questa mattina è stata presentata una istanza di scarcerazione dai difensori di Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative condannato in secondo grado nel procedimento ‘Mondo di mezzo’ a 18 anni e 4 mesi. I difensori hanno invocato l’applicazione degli arresti domiciliari nei suoi confronti.
La richiesta arriva a seguito della recente decisione della Corte di Cassazione che ha fatto cadere l’accusa di associazione di stampo mafioso nei confronti di Buzzi. La Consulta ha anche disposto il rinvio alla Corte d’Appello di Roma, per poter rideterminare la pena.
L’istanza arriva dopo le parole dell’ex procuratore Francesco Pignatone che sul quotidiano La Stampa ha parlato di Mafia Capitale. “Roma – scrive Pignatone – non è una città mafiosa, ma una città in cui operano più associazioni mafiose”. L’ex procuratore ha poi chiamato in causa la decisione della Corte di Cassazione di rinviare la fattispecie alla Corte d’Appello, chiedendo di “non sottovalutare il potere dei clan e della corruzione”.
Il termine “Mondo di mezzo” proviene dalle parole di Massimo Carminati, altra figura al centro di Mafia Capitale, collegata a Buzzi. Nel 2017 entrambi vennero condannati rispettivamente a 20 e 19 anni di reclusione. Le pene vennero poi ridotte, fino alla recente presa di posizione della Corte di Cassazione che ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello in merito all’applicazione dell’articolo 416 bis del codice penale.
Processo Mondo di mezzo
gli avvocati di Buzzi
chiedono la scarcerazione
La richiesta degli arresti domiciliari
arriva dopo la sentenza della Consulta
04 Novembre 201967
post precedente