“Non potrà mai essere del tutto italiano”. Dopo gli ululati e gli insulti a Mario Balotelli, Luca Castellini, capo ultras dell’Hellas Verona, rincara la dose sull’attaccante della Nazionale. “Ce l’abbiamo anche noi un negro in squadra, che ha segnato ieri, e tutta Verona gli ha battuto le mani”, continua il leader del tifo gialloblù, rispondendo così alle accuse di razzismo dopo il contestato episodio del “Bentegodi”.
Al 56esimo della gara con il Verona l’attaccante del Brescia, bersagliato dai tifosi scaligeri, ha scagliato il pallone verso gli spalti. Dopo averlo ammonito, l’arbitro ha interrotto la partita per quattro minuti per i cori razzisti.
Dopo la partita Ivan Juric, allenatore del Verona, e Maurizio Setti, presidente gialloblù, hanno negato ogni addebito di intolleranza: “Non abbiamo sentito nulla. Non era razzismo, soltanto ironia”, hanno detto. La procura della Figc ha aperto però un’inchiesta. Il Brescia ha risposto subito con un comunicato, parlando di “comportamento indegno”. “Chi nega l’evidenza non è un uomo”, ha commentato sui social Balotelli.
La curva dell’Hellas è legata a doppio filo all’estremismo di destra. Il capo ultras Castellini è il dirigente dei neofascisti di Forza Nuova a Verona. E non è la prima volta che la frangia più calda del tifo del “Bentegodi” si contraddistingue per intolleranza e apologia di nazifascismo: dopo la promozione dalla B alla A, lo scorso maggio, i tifosi cantavano “Siamo una squadra fantastica, fatta a forma di svastica”. Nessuno però ha mai preso posizione contro di loro, con la società che ha sempre sminuito le gesta dei propri ultras. E il caso Balotelli non fa eccezione.
“Ci sono problemi a dire la parola negro? Mi viene a prendere la Commissione Segre perché chiamo uno negro, mi vengono a suonare il campanello?”, ha aggiunto ancora questa mattina Castellini. Parole che si commentano da sole.