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HomeCronaca Eutanasia, il dramma della campionessa paralimpica

Il dramma di Vervoort
la campionessa paralimpica
fa ricorso all'eutanasia

Affetta da una malattia degenerativa

aveva firmato i documenti dal 2008

di Federica Pozzi23 Ottobre 2019
23 Ottobre 2019

A handout picture made available by the Olympic Information Service of the International Olympic Committee shows Marieke Vervoort of Belgium posing on the medal podium after winning the Silver Medal in the Women's 400m - T52 Final during the Rio 2016 Paralympic Games at the Olympic Stadium in Rio de Janeiro, Brazil, 10 September 2016. ANSA/AL TIELEMANS / OIS / IOC / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Aveva già deciso di morire. E così si è spenta, all’età di 40 anni, la campionessa belga Marieke Vervoort: la sportiva era affetta, dall’età di 14 anni, da un’incurabile malattia muscolare degenerativa. Sulla sedia a rotelle la Vervoort aveva vinto una medaglia d’oro nei 100 metri e ottenuto un argento nei 200 alle Paralimpiadi di Londra 2012, stabilendo un record europeo; a Rio, nel 2016, aveva invece vinto l’argento nei 400 e il bronzo nei 100.

Nonostante i numerosi successi, però, non voleva continuare a vivere così. Nel 2008 Marieke Vervoort aveva firmato i documenti per l’eutanasia, pratica legale in Belgio, ma aveva dichiarato che non sarebbe stata immediata perché, sosteneva la campionessa, bisogna “vivere giorno per giorno e goderti i piccoli momenti. Quando arriva il giorno, quando ho più giorni brutti che buoni, ho i miei documenti di eutanasia. Ma il tempo non è ancora arrivato”.

Ieri, come riporta il sito della Bbc, quel tempo di cui parlava in un’intervista di tre anni fa è arrivato. E così la campionessa ha deciso di andarsene.

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