Carmine Orlandi è un biologo nutrizionista dal 2005, dopo un eccellente percorso di studi in Farmacia, Dietistica e Scienze della Nutrizione. Da esperto in alimentazione e collaboratore della facoltà di Medicina dell’Università Tor Vergata di Roma, Orlandi ha attaccato duramente il metodo Panzironi, spiegandoci, in un colloquio, perché le abitudini da seguire non sono assolutamente quelle proposte dal guru di Life 120.
Si parla tanto di Adriano Panzironi e del suo regime alimentare. Quali sono secondo lei le buone pratiche da seguire?
“Innanzitutto il presupposto di base è che lui non ha alcun titolo per parlare. Già questo è fondamentale. Per poter fare questo tipo di lavoro è necessario avere un titolo e un’abilitazione. Tutto il resto è purissimo esercizio abusivo di produzione. Seconda cosa, lui propone quella che è una dieta chetogenica. Questo tipo di dieta viene proposta da moltissimi nutrizionisti ai pazienti, ma, come tutti i percorsi dietetici particolari, non può andar bene per tutti. I problemi per i quali viene prescritta devono comunque essere diagnosticati da un medico, non può lui arrogarsi il diritto di fare una diagnosi. Oltretutto oggi si sta parlando di avere dei dati genetici per poter inquadrare il percorso più adatto per una persona. Mentre invece lui, in controtendenza, dà a tutti quanti lo stesso percorso”.
Uno tra gli integratori più pubblicizzati è Orac Spice, che contiene curcuma, cannella, pepe nero, chiodi di garofano e zenzero. Questi integratori quindi non intervengono per sopperire alle carenze?
“Molto spesso chi prescrive integratori, cioè soggetti titolati come medici e nutrizionisti, li prescrive per colmare queste carenze. Ad esempio nella dieta chetogenica la frutta è limitata se non assente. La cosa importante è che il trattamento deve essere limitato nel tempo e l’integratore deve andare a integrare una carenza riconosciuta in quel soggetto. Recentemente sono stati pubblicati dei report scientifici dove è stato ampiamente dimostrato che la vitamina sintetica non è in grado di sostituire totalmente tutto il percorso delle vitamine presenti nel cibo. L’integratore, come nell’accezione etimologica del termine, deve integrare quello che non si riesce a dare con il cibo, ma è in grado di farlo relativamente. Quando togliamo alimenti si eliminano delle sostanze importanti. Feuerbach disse: ‘L’uomo è ciò che mangia’, ma oggi si potrebbe dire che l’uomo è ciò che non mangia, perché con queste proposte indiscriminate si stanno creando delle sindromi carenziali importanti”.
Che tipo di problemi può dare la dieta che sponsorizza Panzironi? Che ad esempio dice di eliminare i carboidrati
“Leviamo i carboidrati cosa vuol dire? Leviamo la pasta. Ma la pasta non è solo carboidrati. Uno degli ultimi studi riportati dice che la vitamina E, fornita come integratore, può addirittura favorire tumori alla prostata. Questo non vuol dire che chiunque assuma proteina E avrà il tumore alla prostata, è evidente che non sia così. Ma è la dimostrazione della non sostituibilità del cibo. Quello su cui si deve insistere non è la dieta Panzironi, che è negativa sotto tutti gli aspetti, ma è la ricerca della qualità del cibo e dell’alimento. Prima si parlava dell’Orac Spice ma, secondo quanto è stato sempre insegnato nella tecnica farmaceutica, è la quantità che fa la differenza. Quando in questi integratori ci sono più di 3 o 4 componenti, la quantità con cui vengono inseriti è assolutamente insufficiente per dare qualunque risultato benefico a livello organico. Ad esempio nella curcuma la grande difficoltà è l’assimilazione. La cosa fondamentale da non dimenticare è che qualunque cosa noi ingeriamo passa diversi filtri, quindi quello che rimane è veramente poco. E nella curcuma si è capito che solo alcune e pochissime formulazioni sono in grado di far arrivare nel sangue un quantitativo di curcumina sufficiente a dare dei risultati. Della cannella, del pepe nero e di tutte queste altre cose non sappiamo assolutamente nulla”.
Tutte queste testimonianze di persone che raccontano di essere guarite dalle malattie più disparate, alcune gravi come il morbo di Crohn, sono attendibili?
“Qui si tratta di esaltazioni collettive. La guarigione o qualunque altra situazione risolta deve essere testimoniata da dati, non da parole. Chiunque abbia qualcosa di buono da proporre ha un totale vantaggio nel distribuire dati che testimonino che è veramente così, altrimenti è aria fritta”.