Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera, con la classica formula di rito “salvo intese”, alla manovra e al decreto fiscale. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha presentato ieri la sua relazione in Commissione Giustizia alla Camera, insistendo sull’importanza del carcere per i grandi evasori ma aggiungendo che si tratta di una problematica complessa che va approfondita.
Il Guardasigilli ha confermato che nel provvedimento ci sarà l’inasprimento del carcere per la “dichiarazione fraudolenta”, che si proseguirà nella lotta alle organizzazioni mafiose e nel potenziamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale, prevedendo l’inasprimento delle pene per gli evasori e rendendo più trasparenti le transazioni commerciali. Un concetto ribadito dal viceministro all’Economia, Antonio Misiani, a Centocittà, su Radio Rai Uno: “Oggi sono previsti sei anni di carcere, saliranno a otto per le fattispecie molto gravi”.
“È già pronto un progetto di riforma dei reati tributari”, ha annunciato il ministro, che ha indicato tra le altre priorità anche la lotta alla corruzione. Nei prossimi giorni si valuterà se inserire il testo nel pacchetto o se presentare le norme sotto forma di emendamento.
Resta centrale per il ministro anche una revisione dei processi penali, poiché nonostante siano in calo i procedimenti pendenti, i tempi per definire cause civili restano tra i più elevati dell’Unione Europea. Bonafede si è espresso anche sulla riforma della giustizia destinata, secondo il ministro, ad essere una vera e propria rivoluzione con l’obiettivo di restituire ai cittadini la fiducia nel sistema giudiziario. Di primaria importanza anche la questione del sovraffollamento nelle carceri italiane, che ad oggi si attesta al 128%.