La web tax entrerà in vigore dal primo gennaio 2020. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al termine dell’Ecofin a Lussemburgo: “L’Italia introdurrà la digital tax, che è uno dei componenti della manovra. Siamo tra i paesi di punta tra quelli che vogliono andare avanti nel rafforzamento dei principi dell’equità”.
Gualtieri ha aggiunto che “la misura c’era, ma andava resa operativa”. L’imposta era già stata introdotta l’anno scorso dal governo Lega-M5S con la legge di Bilancio, ma non era mai stata attuata.
Simile a quelle varate in Spagna e Francia, la Web Tax prevede un prelievo del 3% alle imprese con oltre 750 milioni di fatturato e ricavi in Italia, derivanti da servizi digitali non inferiori a 5,5 milioni. La legge verrà applicata principalmente sulla pubblicità mirata agli utenti online, sulle forniture di beni e servizi venduti in digitale e sulle trasmissioni di dati degli utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.
In questo modo, il governo Pd-M5S intende dichiarare “guerra” a colossi come Facebook, Google e Amazon, spingendoli a pagare tasse specifiche sul nostro territorio. L’Italia si smarca così dalle incertezze europee sulla questione: all’Ecofin dello scorso marzo, ancora una volta, si fermarono le trattative per giungere a una tassa europea a causa delle opposizioni di Irlanda, Danimarca, Svezia e Finlandia.
L’Italia resta comunque in attesa di un accordo internazionale che dovrà essere preso sia dal nuovo Europarlamento, sia in sede Ocse. L’organizzazione si è posta come obiettivo il 2020 per arrivare a una proposta condivisa e far pagare le tasse ai grandi della rete che generano fatturati e utili.