Questa volta la corsa alla poltrona di sindaco di Roma sarà una vera e propria sfida a tre: con Pd, Pdl e M5S in pole position. E lo scenario che sembra spaventare di più, sia destra che sinistra, è proprio quello di una possibile vittoria del candidato del M5S, Marcello De Vito, con il rischio che si riproduca lo stesso «effetto Parma», che portò il grillino Federico Pizzarotti a battere al secondo turno il candidato del centrosinistra. Molti esponenti del Pd non nascondono le proprie preoccupazioni, come Umberto Marroni che dice: « Il M5S insiste soprattutto su un elettorato di sinistra e con un candidato identitario alle primarie c’è il rischio di perdere, soprattutto se al secondo turno ci arriva Grillo».
Intanto si evolvono gli scenari delle primarie del Pd che si terranno il 7 aprile, con Ignazio Marino che sembra essere il candidato favorito. I Verdi e Ingroia infatti si sono ormai schierati dalla parte del medico del Pd e hanno approvato il discorso di apertura della campagna elettorale di Marino, che Ingroia ha definito «un’ottima partenza per costruire il cambiamento, per credere a una rivoluzione che chiuda per sempre l’epoca dei privilegi e dei favori dando vita a quella dei diritti e delle possibilità per tutti». Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio, ha inoltre aggiunto: «Le linee guida presentate da Marino hanno un’impronta fortemente ecologista, con punti come lo stop al consumo del suolo, l’aumento delle piste ciclabili e nuove politiche per il trasporto pubblico ridotto ai minimi termini dalle politiche di Alemanno e della Polverini».
Anche Sel ha fatto nei giorni scorsi il suo endorsement a Marino, tanto che Vendola ha chiesto ai suoi candidati di ritirarsi dalla corsa alla poltrona di sindaco, ma se la sua proposta non è stata accettata da tutti, creando una spaccatura nel partito: infatti mentre Luigi Nieri si è fatto indietro «per mettersi a disposizione di un progetto più largo», Gemma Azuni invece non ha aderito alla volontà del partito e ha deciso di andare avanti nella campagna elettorale. In corsa rimane anche l’europarlamentare e giornalista David Sassoli, mentre il capogruppo del Pd in Campidoglio Umberto Marroni ha deciso di rinunciare alla corsa proprio per sostenerlo. A questo proposito Sassoli ha dichiarato: «Marroni ha chiesto un confronto programmatico e mi sembra che la sua disponibilità sia importantissima anche per la convergenza intorno ad alcuni paletti, che sono quelli che caratterizzano l’identità del centrosinistra».
Sono in molti che in questo clima difficile chiedono un allentamento delle tensioni all’interno del centrosinistra e la fine di tante polemiche che rischiano di indebolire ulteriormente il candidato che uscirà vincitore dalle primarie, in una situazione già piuttosto precaria, in cui i sondaggi danno «Pd, Pdl e M5S molto vicini» e suggeriscono che «c’è una grande volatilità del voto in cui basterà poco a far cambiare idea a un elettore, tanto che saranno le variabili a fare la differenza». A difendere le primarie contro coloro che preferivano un tavolo di discussione intorno al quale scegliere il candidato si scaglia il segretario del Pd di Roma Marco Miccoli che dice: «Adesso basta! Non si giochi sulla pelle degli elettori! Nessuno getti ulteriore fango, denigrare le primarie fa il gioco dei poteri forti che sembrano sempre più preoccupati del successo della coalizione».
Il clima di campagna preelettorale comincia a farsi arroventato, mentre accuse di vario genere e tono vengono scagliate dai vari candidati. I grillini puntano il dito contro Marino per aver copiato il loro slogan “Daje” e attaccano: «Se già copiano gli slogan, figuriamoci cosa faranno dopo! Caro Ignazio, ci dispiace mala Retenon perdona. Lo slogan tienitelo e pure la brutta figura. I cittadini romani stanno arrivando. Arrendetevi!». Anche Alfio Marchini, del Movimento della cittadinanza romana, polemizza con i grillini: «L’arroganza e l’intolleranza verso le critiche che Grillo ha più volte mostrato mi preoccupano. Avete raggiunto un potere importante, ora dovete dare risposte concrete!».
Gianni Alemanno intanto, che ha presentato oggi la sua lista civica, con in testa l’assessore Gigi De Palo, sembra avere già dato per impossibile una vittoria al primo turno e ha come obiettivo il ballottaggio. «Andiamo al secondo turno, poi vediamo chi vince», dichiara Andrea Augello, coordinatore della campagna elettorale di Alemanno, e aggiunge: «Grillo non ci spaventa troppo, è vero che il suo è un voto di protesta che pesca sia di qua che di là, ma è più rischioso per la sinistra che per noi».
Alessia Argentieri