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"Bibbiano? Caso anomalo
altrove non sarebbe
potuto accadere"

Conversazione con Silvia Martina

servizi sociali Comune di Afragola (NA)

di Flavio Russo08 Ottobre 2019
08 Ottobre 2019

Scarpette bianche deposte davanti al municipio di Bibbiano (Reggio Emilia) dopo le rivelazioni dell'inchiesta 'Angeli e demoni' relativa ad un presunto giro di affidi illeciti, 20 luglio 2019. ANSA/STEFANO ROSSI

La prima cosa che emerge, discutendo del caso Bibbiano con la Dottoressa Silvia Martina, è l’incredulità nei confronti di quanto successo nel comune della Val d’Enza: “Non capisco come sia potuta accadere una cosa del genere. Il sistema degli affidi è assolutamente sicuro per la mia esperienza. Quello che è accaduto a Bibbiano è anomalo”.

Perché?

“Lei mi dice che erano le onlus private a manipolare le sedute psicoanalitiche che permettevano di separare i minori dalle famiglie. Da noi tutto questo non si sarebbe verificato. Nel nostro comune gli psicologi che si occupano di queste funzioni sono a servizio delle Asl locali”.

Quindi non si tratta di prestazioni a pagamento sulle quali è possibile lucrare?

“Esatto”.

Qual è la situazione in termini di affidi in un comune di medie dimensioni come il vostro, molto simile per numero di abitanti all’Unione della Val d’Enza, dove si trova Bibbiano?

Il Comune di Afragola ha circa 65 000 abitanti (l’Unione Val d’Enza conta 62 000 residenti, ndr), e i minori in affido sono una piccolissima percentuale. Abbiamo 17 ragazzi sistemati in regime intrafamiliare, tutti comunque collocati presso dei parenti. Così come i 25 giovani che si trovano in semi-residenziale, che di sera tornano alle loro case. Sessanta, invece, sono sistemati in strutture per allontanamenti disposti con procedura del tribunale, con articolo 403, ma si tratta di casi agli antipodi”.

Come mai?

“Perché l’affido può avere una doppia valenza: ci sono i casi in cui i genitori cercano l’assistenza dei servizi sociali, perché riconoscono di aver bisogno di un aiuto e allora accettano l’affido come soluzione temporanea dei problemi. I casi in cui si ricorre al 403 invece sono casi, rari, di eccezionale gravità, in cui è in pericolo l’incolumità del minore”.

Come mai non riuscite a sistemare i sessanta ragazzi situati negli istituti di accoglienza presso delle famiglie, come indica la legge?

“In casi come il nostro non sempre si riesce a raggiungere un numero di famiglie disponibili tale da riuscire a collocare tutti i minori in casa. Facciamo attività di sensibilizzazione nelle parrocchie, ma non è facile trovare famiglie disposte ad accettare minori che hanno bisogno. C’é anche da dire che per i bambini allontanati con articolo 403 le strutture di accoglienza permettono di garantire una protezione maggiore del minore”.

Cosa mi dice della tendenza nazionale a prorogare i termini dell’affido anche dopo i 24 mesi previsti dalla legge?

“Le dico che l’eccezionalità in realtà spesso e volentieri diventa la normalità. In una situazione di diffusa difficoltà socio-economica (il consiglio comunale di Afragola è stato sciolto due volte per infiltrazioni mafiose negli ultimi 20 anni, ndr), le proroghe degli affidi oltre i termini di legge sono l’unica alternativa valida per dare continuità al percorso terapeutico e sociale dei minori”.

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