Lo statunitense Timothy Heckscher e i suoi colleghi francesi Aurélie Hayot e Fabien Brossier, hanno lanciato Muzing, la nuova app, simile nel funzionamento a Tinder, con cui fare nuove amicizie e andare assieme al museo.
Una volta creato il proprio account, si inseriscono alcuni dati e si cercano profili di altri utenti in linea con i propri interessi artistici. L’obiettivo è trovare persone che abbiano le stesse passioni con cui organizzare una visita al museo.
La app chiede, oltre a una breve descrizione di se stessi, le preferenze in fatto di uomini o donne, la fascia d’età, e se al museo si vuole andare per fare amicizia, oppure, perché no, per trovare la futura anima gemella. Arrivano poi le domande più specifiche: il sistema chiede se al museo si preferisce fermarsi su ogni singola opera, aggirarsi soffermandosi solo su quello che accende il proprio interesse, o seguire il ritmo della persona con cui si è.
A questo punto, esattamente come su Tinder, Muzing comincia a mostrare profili di persone che potrebbero incontrare i gusti selezionati dall’utente: si può scorrere l’elenco dei profili che verranno presentati (verso sinistra per scartarli, operazione irreversibile, verso destra per tentare di connettervi) finché si trova quello con cui cominciare a chattare.
“La nostra mission”, dichiara Heckscher, ideatore di Muzing, “è ispirare creatività attraverso connessioni umane significative, mostra dopo mostra”. I creatori infatti ritengono che “il ruolo del museo nella società sia importante e sottovalutato: il lavoro che le gallerie fanno ci informa sul nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro, e le storie che raccontano ispirano la nostra creatività e formano la nostra visione”. L’idea è che i musei stiano ripensando alla loro funzione nella società: essere aggregatore.
Il programma è in rete da nemmeno una settimana e per ora ha poco più di mille download, ma se ne prevede un’espansione rapida. Muzing dà anche la possibilità ai musei di registrarsi per inserire la propria programmazione: gli utenti, invece, possono mettere “like” alle mostre, in modo da dare agli altri la possibilità di filtrare sulla base del proprio interesse.