Aria tesa in casa 5 Stelle, con Luigi Di Maio nell’occhio del ciclone tra richieste di “destituzione” e possibili scissioni. “Sono stato eletto capo politico con l’80% di preferenze, non con il 100% ed è giusto che ci sia chi non è d’accordo, ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me…”, ha commentato il leader pentastellato, analizzando le indiscrezioni che parlano di una fronda di senatori contro di lui interna al Movimento.
“Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: ‘Non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare'”, ha aggiunto il ministro degli Esteri da New York.
Nel corso dell’assemblea dei senatori 5 stelle di ieri, in cui si discuteva della scelta del nuovo capogruppo al Senato (il precedente era Stefano Patuanelli, ora ministro), in settanta hanno firmato un documento con cui si chiede la modifica dello statuto e la revisione dei poteri del capo politico. Alcuni hanno parlato addirittura di destituire Di Maio e sostituirlo con un direttorio.
Uno dei leader della presunta fronda, il senatore Emanuele Dessì, ha specificato questa mattina che “Di Maio non è in discussione, la proposta di modificare il regolamento del gruppo al Senato è stata strumentalizzata”.
Non sembra però l’unico problema tra i M5s. “Mettetevi nei panni di chi ha fatto una battaglia interna per anni contro quelli del Pd perché erano corrotti e ci si ritrova alleato”, ha punzecchiato il segretario leghista Matteo Salvini, paventando ipotesi di scissione. “Questo crea molto disagio – ha concluso il leader del Carroccio -, che originerà alcune sorprese, con dei passaggi verso la Lega”.