È mafia. È questa la decisione dei giudici che nell’aula bunker del carcere di Rebibbia hanno letto la sentenza di primo grado del maxiprocesso contro il clan Spada di Ostia. Centoquarantasette anni di carcere comminati in totale, tre ergastoli, ma soprattutto il riconoscimento dell’associazione mafiosa.
Sono stati condannati all’ergastolo i vertici del clan: Ottavio Spada, detto “Marco”, Carmine Spada detto “Romoletto” e autore delle minacce alla giornalista di Repubblica Federica Angeli, che con il suo lavoro aveva per prima svelato gli affari dell’associazione. Condannato al carcere a vita infine anche Roberto, già condannato a sei anni per l’aggressione del novembre 2017 alla troupe Rai che gli chiedeva dei suoi rapporti con i neofascisti di CasaPound.
Alla lettura della sentenza erano presenti la sindaca di Roma Virginia Raggi e il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, ma non le vittime degli Spada: nessuna di loro si è costituita parte civile, forse per paura di ritorsioni.