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HomeCronaca “La nuova normativa sul bagarinaggio online crea soltanto disagi”

"La nuova normativa
sul bagarinaggio online
crea soltanto disagi"

Abbiamo intervistato Carmelo Costa

promoter e membro di Assomusica

di Andrea Murgia19 Settembre 2019
19 Settembre 2019

«È una norma assurda che non risolve il problema». Sull’introduzione del biglietto nominale è critico Carmelo Costa, organizzatore di concerti e membro di Assomusica, l’associazione che riunisce promoter e produttori di spettacoli dal vivo.

Cosa ne pensa della nuova norma, entrata in vigore dal 1° luglio, che introduce l’obbligo di biglietti nominativi per i grandi concerti al fine di contrastare il secondary ticketing?
«È una norma assurda che non risolve il problema e, allo stesso tempo, crea problemi sia agli organizzatori che agli utenti. Sarebbe molto più semplice oscurare le piattaforme, che abbiamo spesso segnalato ma senza alcun esito. Infatti, nonostante l’introduzione dei biglietti nominali, se oggi si va su un sito come Viagogo si trovano lo stesso i biglietti a prezzo maggiorato. In più, questa norma determinerà un aumento del costo dei biglietti. Speriamo che ci siano delle modifiche. Intanto, proprio per non avere i biglietti nominali, alcune prevendite, come quelle per Tiziano Ferro, le abbiamo cominciate prima del 1° luglio (sono iniziate il 17 giugno, ndr)».

Quali sarebbero i problemi dal punto di vista pratico per organizzatori e utenti?
«Pensiamo alle lunghe code che si creerebbero in un concerto organizzato in uno stadio quando devi controllare 40mila documenti oppure anche ai problemi per rivendere un biglietto, che oggi viene acquistato addirittura un anno prima. Se, ad esempio, le persone che vogliono cambiare nominativo sono mille, cosa accadrebbe con tutte le lunghe procedure? Inoltre il cambio nominativo ha un costo, perché viene annullato il vecchio tagliando e ne viene emesso uno nuovo, quindi si pagherà questa operazione».

Ma, secondo lei, perché i siti di secondary ticketing non vengono oscurati?
«Perché queste piattaforme non hanno sede in Italia e quindi giocano molto sulle normative dei rispettivi paesi. Comunque, da parte del pubblico ci vorrebbe anche più furbizia e attenzione a questi siti che sono delle vere e proprie truffe. Infatti, spesso la gente acquista su queste piattaforme anche quando i biglietti sono ancora disponibili dai rivenditori ufficiali al prezzo d’origine».

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