«Forse, ma solo forse, l’era di Netanyahu è arrivata alla fine». Il titolo di oggi del quotidiano israeliano Haaretz è chiaro. Dopo che il 20 luglio scorso ha segnato il record di Premier più longevo della storia del Paese, il leader del Likud ora si vede costretto a inseguire il rivale Benny Gantz. La differenza è minima, solo un seggio separa il Likud da Blu e Bianco, ma è un vantaggio sufficiente per chiedere l’incarico di formare un nuovo governo al presidente Reuven Rivlin.
La soluzione che appare più probabile è una grande coalizione tra Blu e Bianco e Likud. Oggi Netanyahu ha chiamato il rivale Benny Gantz per chiedergli un incontro “a qualsiasi ora del giorno” e così discutere del governo futuro. “Dobbiamo formare un governo di ampia maggioranza”. Ago della bilancia sarà il nazionalista Lieberman con i suoi 8 seggi.
C’è però anche un’altra possibilità. Dove la «vendetta araba» si consumerebbe a pieno. Ed è un governo di minoranza del centrosinistra. Gli arabi sono andati ai seggi in massa (crescita di 11 punti, dal 49 al 60 per cento, oltre 150 mila voti in più) e non soltanto per la loro «Lista unica», ma anche per Blu e Bianco di Gantz. L’ipotesi di una coalizione con gli arabi è quindi probabile.
Una eventualità osteggiata da Netanyahu. “Ci sono solo due possibilità: o un governo guidato da me, oppure un governo pericoloso per il Paese che si appoggi sui partiti arabi anti-sionisti. Faremo il possibile – ha detto il premier uscente – per impedire che sia varato un governo così pericoloso”.
Il giro di consultazioni è previsto da mercoledì 25 settembre, mentre il 2 ottobre il procuratore generale dello Stato ascolterà Netanyahu con i legali della difesa per tre casi di corruzione e frode, l’ultimo passaggio prima dell’ incriminazione a dicembre.