“Piena disponibilità per un meccanismo europeo sugli sbarchi, sulla ridistribuzione e per una gestione efficace dei rimpatri”. Sono queste le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa seguita all’incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron. Un meeting che ribadisce come l’amicizia tra Francia e Italia sia “indistruttibile” e che le liti dei mesi passati, culminate a febbraio scorso con il richiamo dell’ambasciatore francese, sono ormai alle spalle.
Fronte comune dunque sia sulla questione migranti, con il premier italiano che sostiene di “aver avuto la piena disponibilità di Macron sulla problematica sbarchi”, che sulla Libia, convenendo che è “fondamentale lavorare costruttivamente insieme e avere il medesimo obiettivo: quello di stabilizzare il paese”. Proprio nel pomeriggio di ieri Conte aveva incontrato il premier libico Fayez al-Sarraj.
Dal bilaterale con il leader dell’Eliseo è dunque emersa la comune intenzione di mettere a punto un meccanismo di misure temporanee che portino ad una modifica della convenzione di Dublino. Misure da considerare globalmente e sulle quali far convogliare, con il supporto francese, il maggior numero possibile di paesi europei.
Dal canto suo il leader dell’Eliseo ha asserito di non sottovalutare “quello che l’Italia vive dal 2015” in tema di immigrazione.
“Il nostro approccio – sostiene Macron – deve rispondere a tre esigenze: umanità, solidarietà ed efficacia”. Per il presidente francese serve “un meccanismo europeo automatico di accoglienza che permetta di prendere in carico i migranti prima dell’arrivo a Malta e in Italia. Credo che possiamo difendere una posizione comune in Ue perché tutti i Paesi partecipino in un modo o in un altro alla solidarietà europea oppure vengano penalizzati seriamente”.
L’obiettivo dell’Italia, che verrà ribadito anche a Malta il prossimo 23 settembre, è proprio quello di raggiungere un’intesa politica tra gli Stati membri per far sì che chi si oppone alla redistribuzione sia punito. Ed è questo che Conte propone a Macron: un lavoro di mediazione che porti benefici ad entrambi.