“Continuo a fare musica e meglio di prima. Non mi sono ritirato”. Così Ezio Bosso, pianista e direttore d’orchestra, ha tenuto a precisare su Facebook dopo le dichiarazioni di ieri durante il suo intervento alla Fiera del Levante di Bari. “Non posso più suonare il pianoforte – aveva detto – ho due dita che non rispondono più. Ve lo chiedo: se mi volete bene, smettete di scrivermi che vorreste vedermi al pianoforte. Non sapete la sofferenza che mi provoca.” Quarantotto anni, dal 2011 è affetto da una sindrome autoimmune neurodegenerativa.
“Chiariamoci bene: sono molto felice perché faccio il mio mestiere di direttore”, ha continuato sulla sua pagina Facebook. “Ieri abbiamo parlato di tante cose belle all’incontro, di etica, società, bellezza e soprattutto di musica. Purtroppo è stato dato inutile risalto in maniera sciacalla come sempre al pregiudizio su di me. E questo si che fa male”. Non suonerà più il piano, ma continuerà la sua attività di direttore d’orchestra: “Ho solo risposto (come dovreste aver notato) che non faccio più concerti da solo al pianoforte perché lo farei peggio che mai e già prima ero scarso, cosa che avevo già annunciato due anni fa”, ha precisato non senza una sottile ironia.
“Sono felice di ciò che faccio tantissimo. Ma mi addolora quando si insiste col pianoforte perché non so dire di no, faccio molta fatica e non ho abbastanza qualità. Ma soprattutto perché non si vede la bellezza di altro, quello per cui lotto. E mi addolora che per quanto combatta contro le strumentalizzazioni, si scade sempre in quel pietismo sensazionalistico e queste cose si che mi farebbero ritirare davvero”, ha concluso Ezio Bosso.
Molti sono stati i messaggi sui social dei fan: “Le tue dita ci mancheranno”, scrive su Twitter un utente. “Una brutta notizia ma dobbiamo accettarla”, sottolinea un altro. “La tua forza è speranza per tutti”.