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HomeCronaca Ponte Morandi, falsi report sui viadotti dopo il crollo: tre arresti e perquisizioni

Controlli soft sul Morandi
dopo il crollo dei viadotti
Tre arresti e perquisizioni

Nove misure cautelari della Procura

Crolla in borsa il titolo di Atlantia

di Federico Marconi13 Settembre 2019
13 Settembre 2019

A large section of the Morandi viaduct upon which the A10 motorway runs collapsed in Genoa, Italy, 14 August 2018. Both sides of the highway fell. Around 10 vehicles are involved in the collapse, rescue sources said Tuesday. The viaduct gave way amid torrential rain. The viaduct runs over shopping centres, factories, some homes, the Genoa-Milan railway line and the Polcevera river.ANSA/LUCA ZENNARO

Tre persone agli arresti domiciliari e sei interdette per un anno dai pubblici servizi, tutte dipendenti dal gruppo Atlantia. Sono queste le misure cautelari decise dai giudici di Genova nell’ambito dell’inchiesta bis sul crollo del Ponte Morandi. L’indagine riguarda presunti report che sarebbero stati ammorbiditi e controlli addomesticati sui viadotti gestiti da Autostrade per l’Italia dopo la tragedia del 14 agosto 2018.

Questa mattina la Guardia di Finanza ha notificato le misure firmate dal Gip Angela Nutini, su richiesta del pm che segue le indagini Walter Cotugno: otto sono dipendenti di Aspi e Spea – società sempre appartenente ad Atlantia -, mentre una è un consulente esterno delle due società del gruppo. Sono in corso perquisizioni a Roma, Milano e Genova. Dopo la notizia, il titolo della società della famiglia Benetton è crollato in borsa: ha perso quasi il 6 per cento e per qualche minuto è stato anche sospeso dalle contrattazioni.

I report su cui si sono concentrati gli inquirenti riguardano il viadotto Paolillo sulla Napoli-Canosa, il Moro vicino a Pescara, il Pecetti, il Sei Luci e il Gargassa in Liguria e il Sarno sull’ A30. L’obiettivo delle falsificazioni sarebbe stato quello di far apparire le condizioni dei viadotti migliori di quelle reali. Secondo la procura le nove persone avrebbero “edulcorato” le relazioni sullo stato delle strutture controllati. I rapporti non rispecchierebbero quindi il vero stato dei viadotti esaminati.

Le indagini erano partite dopo il crollo del Ponte Morandi, che provocò la morte di 43 persone. I testimoni avrebbero raccontato ai pm – stando a quanto riporta Il Secolo XIX – che i report “talvolta erano stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Maurizio Ceneri, mentre in altri casi era stato lui stesso a modificarli senza consultarsi con gli altri”.

Ceneri è una delle persone interdette, insieme a Andrea Indovino, Luigi Vastola, Gaetano Di Mundo, Francesco D’Antona e Angelo Salcuni, tutti di Spea Engineering. Il loro collega Massimiliano Giacobbi, insieme a Gianni Marrone e Lucio Torricelli Ferretti di Aspi, sono invece ai domiciliari.

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