Il dettagliato rapporto di Open Cooperazione sulle ONG dimostra come, nonostante la delegittimazione a opera di politici e cittadini, queste organizzazioni sono state in grado di accrescere il proprio bilancio e le proprie risorse. I dati, disponibili qui, prendono in esame quattro temi: i paesi e i settori di intervento; le risorse umane; le risorse economiche; le certificazioni.
La trasparenza non è solo una buona pratica per le Ong ma un giusto obbligo previsto per legge. In particolare dopo che, con la legge 125/2014, è stato riformato l’intero settore. Devono dimostrare competenze, esperienza acquisita nella cooperazione allo sviluppo, capacità, efficacia, comprovata esperienza in materia di emergenza umanitaria, trasparenza e accountability; sono inoltre sottoposte alla pubblicazione del bilancio sociale e le loro attività sono oggetto di valutazioni amministrative e qualitative da parte degli enti finanziatori come il ministero degli esteri o la commissione europea.
Un primo dato che emerge dalle elaborazioni presenti su Open Cooperazione riguarda il bilancio economico delle organizzazioni aderenti, che segna un aumento del 28,3% tra il 2014 e il 2017. Se nel 2014 ammontava a 584 milioni di euro, la curva è sempre stata crescente fino a raggiungere i 750 milioni dell’anno scorso. circa il 40% delle entrate derivano da fonti private, tra cui il 5×1000. Le 110 organizzazioni che hanno rilasciato i dati relativi al 2017 hanno raccolto attraverso il 5×1000 ben 26,6 milioni di euro. Si tratta di una cifra davvero notevole se si considera che i partiti, attraverso il 2×1000 hanno raccolto nello stesso anno circa 15,3 milioni.
Nel 2017 erano 20.103 le persone impegnate nella cooperazione attraverso le Ong italiane. Il mondo della cooperazione non è fatto però solo di professionisti del settore ma anche di tanti volontari che contribuiscono in varie forme ai progetti. Nel 2017 sono stati oltre 84mila i volontari. Alcune fanno particolare affidamento sull’impiego di personale volontario, si tratta di organizzazioni come la Comunità di Sant’Egidio, Mani tese e Oxfam.
La maggior parte delle persone impiegate nel settore svolge il proprio lavoro all’estero (86%). Le aree in cui sono presenti più Ong si concentrano nell’Africa sub sahariana in paesi come il Kenya o il Mozambico, e il Sud America, in particolare in Brasile. Nei vari paesi del mondo erano attivi, nel 2017, 21.405 progetti.